(ANSA) – ROMA, 6 FEB – A Berlino, nell’ambito di Fruit
Logistica, la principale fiera internazionale dedicata al
settore dell’ortofrutta, all’interno dell’Italian Fruit Village,
nella tavola rotonda “Pomodoro italiano: più valore alla
filiera” l’ANICAV, insieme ad Alleanza delle Cooperative
Agroalimentari, fa il punto sulla filiera italiana del pomodoro
da industria confrontandosi con le rappresentanze sindacali e
professionali del mondo agricolo. “Solo una filiera coesa ed
efficiente, basata sulla cooperazione tra tutte le sue
componenti, parte agricola, mondo industriale e distribuzione,
potrà creare, nel lungo periodo, le condizioni necessarie per
accrescere la competitività del settore del pomodoro da
industria” ha sottolineato Giovanni De Angelis, Direttore
Generale di Anicav. “Fondamentale – secondo De Angelis – sarà
il ruolo dell’interprofessione che valorizza l’interlocuzione
tra l’Industria e il mondo agricolo e che rappresenta il luogo
dove vengono scritte e condivise le regole d’ingaggio: garantire
un’attenta programmazione ed il rispetto delle regole e degli
accordi raggiunti, senza trascurare le logiche di mercato-
Qualsiasi altro tentativo che si vuole, in qualche maniera,
portare avanti attraverso il coinvolgimento di singole aziende
agricole o della trasformazione e che, tra l’altro, non fa altro
che ripetere in scala minore il modello dell’interprofessione,
non potrà che portare danni all’intera filiera” conclude De
Angelis.
Il comparto del pomodoro da industria rappresenta un settore
strategico per l’agroindustria italiana sia per le quantità
lavorate – l’Italia è, infatti, il secondo trasformatore al
mondo di pomodoro dopo gli USA e rappresenta il 13,6% della
produzione mondiale e il 49% di quella europea – che per i
volumi di fatturato, pari a oltre 3,3 miliardi di Euro di
fatturato industriale (con una quota di export di1,7 miliardi di
euro) cui vanno aggiunti circa 500 milioni di Euro di fatturato
del settore agricolo. Nel 2018 in Italia – a fronte di circa 60.600 Ha messi a coltura
– sono state trasformate 4,65 milioni di tonnellate di pomodoro.
Per la sua grande vocazione all’export, inoltre, l’Italia,
nonostante il calo dei consumi interni, è il primo Paese
esportatore di derivati del pomodoro che rappresentano l’emblema
della cucina italiana nel mondo. Nel 2018 si è registrata una
crescita dell’export del 2,5% in volume e dell’1,6% in valore. (ANSA).