(ANSA) – ROMA, 30 APR – Mezzo milione di giornate di lavoro sono andate perse in agricoltura a marzo, con la chiusura delle frontiere ai lavoratori stranieri per far fronte all’emergenza coronavirus. Lo fa sapere la Coldiretti, in occasione della diffusione dei dati Istat su occupati e disoccupati di marzo 2020, nel precisare che il calo in piena pandemia è stato del 10% “Per non far marcire i raccolti nelle campagne e garantire le forniture alimentari alla popolazione è necessario varare al più presto strumenti più flessibili come i voucher per pensionati, studenti e cassaintegrati”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, “una radicale semplificazione infatti può consentire lo svolgimento di lavori in un momento in cui scuole, università attività economiche ed aziende sono chiuse”.
Con l’aprirsi della stagione, fa sapere la Coldiretti, i prodotti di serra lasciano il posto a quelli all’aperto. Una ricchezza del Paese, precisa la Coldiretti, che non può andare perduta in un momento in cui le scorte alimentari rappresentano una risorsa strategica del Paese per le difficoltà nel commercio internazionale e le misure protezionistiche adottate da molti Paesi. Con il blocco delle frontiere sono venuti a mancare circa 200 mila lavoratori stranieri che arrivavano temporaneamente in Italia per la stagione di raccolta per poi tornare nel proprio Paese.