La Corte di giustizia Ue ha respinto il ricorso dell’Italia contro la decisione che nel 2017 ha fissato quote di pesca per il pesce spada. Secondo l’Italia il regolamento impugnato era troppo limitativo delle possibilità di pesca nel Mediterraneo. Per la Corte invece le misure adottate dal Consiglio Ue hanno solide motivazioni, sono proporzionate e non contrastano con l’interesse dell’Unione di garantire lo sfruttamento e la gestione sostenibili delle risorse biologiche marine.
L’Italia, si legge in una nota della Corte, non ha dimostrato che i pescatori italiani siano stati trattati in maniera meno favorevole rispetto ai pescatori di altri Stati membri posti in una situazione paragonabile. Il regolamento Ue 2017/1398 del Consiglio del 25 luglio 2017, ricorda la Corte, segue gli impegni adottati dall’Unione in seno all’Iccat (Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico). Inoltre, nel settore della “conservazione delle risorse biologiche del mare nel quadro della politica comune della pesca”, il legislatore dell’Unione ha ampio potere discrezionale, corrispondente alle sue responsabilità politiche.