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La focaccia nata alla fine della Grande guerra

La Grande guerra stava per finire proprio vicino ai Comuni bagnati dal fiume Piave. Nino Franchin e Vittoria studiarono nei minimi particolari la ricetta che poi venne affinata dai nipoti Mario e Vittorio. Un dolce dopo un secolo di successo

Chissà se lo scrittore americano Ernest Hemingway inviato a Roncade dall’American Red Cross (la Croce Rossa americana) nel 1918 riuscì ad assaggiare la neonata focaccia di Nino Franchin e di Vittoria Dalla Marta  che oggi compie un secolo di vita. Sempre in quel periodo Carlo Franchin (fratello di Nino) produceva anche tagliatelle, lasagne e cappelletti. In queste zone la Grande guerra ebbe il suo epilogo. Il primo conflitto mondiale stava per finire e la focaccia nacque proprio vicina a dove si combattevano gli ultimi istanti della Grande guerra. E dopo cento anni la ricetta di quella focaccia ha subito qualche piccolo ritocco: prima è stata affinata prima da Carlo classe 1921 e poi dai suoi figli  Mario e Vittorio Franchin che rappresentano la terza generazione di panettieri i quali aggiunsero al dolce il miele d’acacia. Dopo un secolo questa ricetta continua ad avere un grande successo. In quel panificio di via Barbarana nato nel 1910 (inizialmente nella curva del Sansonetto) oggi  quella focaccia non è passata di moda, anzi, è a dir poco richiestissima dato che nell’imminenza delle festività pasquali ne vengono sfornate 750 che variano da un  peso di 500 grammi fino ad un chilo. Mario assieme alla moglie Michela grande appassionata di fotografia e Vittorio che conducono l’attività dal 1984 sono a dir poco “innamorati” di questa ricetta che continua a dar loro molte soddisfazioni. Si parte da una base  composta dal lievito di birra, acqua e farina che rappresenta il “polish”. Nella seconda fase vengono aggiunti zucchero, uova, burro e ancora farina. Per il terzo impasto farina, uova e burro. Nella quarta fase vengono mescolati farina, uova intere e tuorli, yogurt, miele d’acacia, burro, cacao, aromi naturali e zucchero. Dopo una decina di minuti di riposo l’impasto lavorato a mano va in cella di lievitazione per cinque ore. Quindi la cottura di un’ora e la focaccia è pronta.

 

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