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Latte ovino in polvere per neonati dalla Sardegna verso la Cina

CAGLIARI – La Sardegna alla conquista del mercato cinese del latte ovino in polvere destinato all’alimentazione dei neonati. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Programmazione Raffaele Paci, ha infatti deciso di cofinanziare con 2,1 milioni di euro il programma di espansione della società Alimenta Srl, a sua volta cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo economico attraverso un Contratto di sviluppo, per il particolare valore economico che il progetto può avere per la zona.

Il programma di investimenti proposto da Alimenta prevede infatti la realizzazione di un nuovo stabilimento produttivo nella zona industriale di Tossilo, nel Comune di Borore, con l’obiettivo di sviluppare nuove linee produttive del latte in polvere per neonati. Si stima che, a regime, lo stabilimento lavorerà 10 milioni di litri di latte ovino e 60 milioni di litri tra siero e scotta ovini, con 60 dipendenti a tempo pieno.

Alimenta esporta il suo prodotto in Cina, dove è particolarmente richiesto e fortemente apprezzato per la grande attenzione che ormai viene riservata al “safe food”, cibo sano e di alta qualità. Il valore complessivo dell’investimento di Alimenta sfiora i 41 milioni, cofinanziati con 14,3 milioni di soldi pubblici, di cui 2,1 garantiti dalla Regione e i restanti dal Ministero dello Sviluppo Economico. È il secondo contratto di sviluppo che viene realizzato nella Sardegna Centrale: il precedente, chiuso a marzo dell’anno scorso, sosteneva con 5 milioni l’ampliamento di Antica Fornace Villa di Chiesa, produttrice delle guarnizioni in gomma O-RINGS, nell’area del Consorzio industriale di Ottana”.

“In questo momento, l’aumento della produzione comporterà l’acquisto di una quantità molto maggiore di latte ovino. Un contributo concreto, insomma, ad affrontare una crisi che si ripete ormai ciclicamente e che, per essere risolta strutturalmente, deve essere affrontata in due modi: la diversificazione del prodotto, che consente di scongiurare l’eccessiva produzione di pecorino romano, e la diversificazione dell’area geografica dei mercati di sbocco”, dice Paci.(ANSA).

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