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L’indicazione di origine obbligatoria per salumi e insaccati vuol dire qualità? La lista dei prodotti con l’obbligo

salumi-insaccati

Dalla metà del mese di novembre 2020 i prosciutti, gli insaccati e tutti gli altri salumi dovranno riportare in etichetta l’indicazione di origine della materia prima. È quanto prevede il decreto del 6 agosto 2020, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 16 settembre 2020, che fissa l’entrata in vigore 60 giorni dopo la pubblicazione. Il nuovo decreto è importante perché i consumatori sono sempre più interessati a conoscere l’origine delle materie prime dei prodotti alimentari. Da uno studio dell’Ismea emerge che l’83% dei partecipanti indica l’impiego di materia prima italiana come priorità nell’acquisto quando si fa la spesa, mentre oltre il 95% desidera avere quest’informazione chiara sull’etichetta.

La nuova norma – che per il momento ha carattere sperimentale ed è valida sino al 31 dicembre 2021 – riguarda oltre agli insaccati e ai salumi di suini anche i prodotti come i würstel ottenuti con carne separata meccanicamente e preparazioni a base di carne suina. Sono invece esclusi i prodotti Dop, che per legge devono provenire da animali nati allevati e macellati in Italia come nel caso dei prosciutti di Parma e San Daniele e dei salumi di Varzi e altre decine di prodotti.

L’indicazione di origine deve comparire nel campo visivo principale e risultare facilmente visibile. Nel testo va riportato il paese di nascita del maiale affiancato da quello di allevamento e di macellazione. Se le tre operazioni avvengono nello stesso Paese si possono scrivere le diciture “Origine …..” oppure “100% …” seguite dal nome del Paese. Per esempio “Origine Italia” o “100% italiano” se le tre fasi sono realizzate in Italia. Se le operazioni vengono eseguite in uno o più stati Ue la dicitura può essere “Origine UE” oppure “Origine extra UE” se si opera in stati non Europei. Nel caso di origine e di lavorazione in più Paesi ci sarà la scritta “Origine Ue ed extra UE”. La disposizione non si applica ai prodotti provenienti da altri stati o commercializzati in un altro Stato europeo.

Con l’entrata vigore del decreto dovrebbero finire le fake news sull’importazione dei maiali olandesi e di altri paesi europei utilizzati per fare prosciutti e altri salumi Dop. In Italia i maiali importati possono essere utilizzati per fare prosciutti cotti e crudi e salumi che non siano Dop. L’obbligo di impiegare materia prima nazionale al 100% vale solo per i prodotti Dop. La commercializzazione dei salumi con vecchie etichette è consentita sino a esaurimento delle scorte.

Va però sottolineato che l’origine non è una garanzia di qualità assoluta. Da noi il maggiore scandalo alimentare (Prosciuttopoli) degli ultimi anni ha riguardato proprio prosciutti italiani al 100%, provenienti da animali nati, allevati e macellati in Italia. Una truffa valutata 80 milioni di €. Il problema riguardava l’inseminazione delle scrofe con seme di Duroc danese, una razza che cresce in fretta, ma la cui carne è troppo umida per stagionare e quindi non adatta a essere trasformata in prosciutti. La nuova norma è quindi un grosso passo in avanti, ma si tratta di una dicitura che non garantisce la qualità del prodotto ma solo immediata chiarezza sull’origine. Per avere un panorama complessivo dei prodotti che devono riportare obbligatoriamente l’indicazione di origine in etichetta riportiamo l’elenco.

Prodotti biologici
Prodotti Dop

Carne di pollo
Carne suina, bovina e ovino caprina
Frutta e verdura fresca
Uova
Salumi e insaccati (dal 15 novembre 2020)
Miele
Latte Uht, burro e formaggi
Olio extravergine di oliva
Pesce, crostacei e molluschi (area di pesca Fao o paese di allevamento)
Latte fresco
Passata di Pomodoro (disposizione italiana)
Derivati del pomodoro e sughi pronti
Pasta e riso (disposizione italiana)

Premesso che tutti cerchiamo di comprare italiano, va però detto che la dicitura “100% Made in Italy” non è un’indicazione automatica di qualità, ma è solo un bollino che attesta l’origine. La qualità di un prodotto è un’altra cosa: è il frutto di una complessa equazione che prende in considerazione la qualità degli ingredienti, il packaging, la salubrità, le diciture in etichetta, il valore nutrizionale, la ricetta, le modalità di lavorazione, le condizioni igieniche di allevamento…

 

FONTE: https://ilfattoalimentare.it/indicazione-di-origine-qualita.html

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