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Litorale romano, un porto di sapori col talento di Usai

 

(ANSA)  – Ha spalle e radici solide la cucina di Daniele Usai, de Il Tino, una stella Michelin all’Isola Sacra di Fiumicino in un crocevia di storie-cult per l’arte, la letteratura e il cinema.

Sul litorale romano, tra gli scavi di Ostia antica e Fiumicino, c’è a poca distanza dall’aeroporto internazionale Leonardo da Vinci un cantiere navale e L’isola dei conigli sospesa tra una riva e l’altra della foce del Tevere, la Torre di San Michele, progettata da Michelangelo Buonarroti, l’Idroscalo, e sulla linea dell’orizzonte l’oasi, la stele che ricorda il martirio di Pier Paolo Pasolini, lo scrittore e regista ucciso nel 1975. Siamo sul tragitto percorso in Vespa da Nanni Moretti nel film “Caro Diario” e merita una visita per le tante suggestioni culturali e culinarie.

Daniele, per tutti Lele, Usai sa essere ambasciatore di questa frontiera d’acqua dolce e salata della Capitale, ma sa anche raccontare il mondo come tutti i navigati. Di recente ha mollato il timone di questo ristorante stellato dal 2015 e da membro Jre, Jeunes Restaurateurs d’Italia, con curiosità giovanile ha intrapreso un Erasmus culinario mescolandosi ad altre blasonate brigate di cucina, in California come in Francia. Felice testimonianza di questa esperienza è oggi la bouillabaisse in carta al ristorante: 8 tavoli ben distanziati incastonati tra la rimessa del cantiere navale, il giardino e il canale.

Vi si accede costeggiando l’orto dove Lele, con passione, coltiva decine e decine di aromatiche. Da qui arrivano le erbette, piante spontanee di aree salmastre e gli estratti, come il corroborante olio al peperoncino capace di cambiare un piatto. Ma il gusto vero sta nell’assaporare i sapori e i gesti mai stressati dello chef godendo anche di un servizio di sala creativo e inappuntabile.

La cucina a vista esprime ritmo ed energia per un menu che offre l’occasione una miniera di pescato stagionale, la felicissima semplicità dei tagliolini alla bottarga di ricci di mare burro e limone, e l’aroma dell’origano di mare appena raccolto. Le altre proposte seguono quanto offre il mercato perché Lele sulle forniture non delega: va all’asta e a bordo dei pescherecci.

E poi fa rete col territorio, valorizzando le qualità e gli scambi col parco archeologico di Ostia Antica, fino all’oasi naturale e l’aeroporto di Fiumicino. Molti fanno sosta qui prima del decollo e tornando in patria, ma Il Tino toglie la voglia di partire altrove.

Per momenti più informali nasce il “Quarantunododici”, nome ispirato dalle coordinate nautiche: tavoli in legno, una cucina semplice basata sulla grande qualità del pesce locale e sulla maestria della brigata Usai.

La carta dei vini nei due ristoranti ha una notevole attenzione alle produzioni regionali.

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