(ANSA) – ROMA, 29 MAG – A Roma, tra Piazza di Spagna e Via del Corso, nasce un indirizzo di cucina di mare, Pesciolino. E segna subito la rivincita delle tradizionali seppie alla Luciana sul sushi, del prezzemolo sul coriandolo, del limone sul lime, del pescato di stagione su una standardizzazione delle proposte sempre più orientaleggiante. “Portare il pesce a terra è sempre difficile, ma sono convinto che la differenza in cucina la fanno i dettagli. E la coerenza tra la qualità annunciata con quella delle materie prime, cotte con tecniche nuove ma immutato rispetto della cultura gastronomica italiana. Basta scimmiottamenti di cucine esotiche. Unico riferimento nel menu: “Sedice- ceviche”, gioco di parole romanesco-peruviano che bene un sapiente lavoro sulle crudité”. Così lo chef Fabio Pecelli, classe 1988 e un curriculum di tutto rispetto a Roma dall’Hotel De Russie al Pastificio San Lorenzo e al Caffè Propaganda, descrive la sua nuova avventura professionale al Pesciolino, nuovo indirizzo di mare nel cuore di Roma, in Via Belsiana 30.
L’azzurro della carta da parati fonoassorbente richiama un po’ le Cicladi, ma il profumo delle forno alla brace scelto dal giovane patron, Dario Asara che è anche produttore di olio bio e vini naturali in Irpinia, evoca subito a sapori nostrani. Un bancone di design e un professionale servizio di sala fa subito capire che qui l’innovazione non spaventa, anzi. Molte le proposte di abbinamento con i cocktail e “tutto quello che la costa italiana, e in particolare le marinerie di Anzio, Ponza e Civitavecchia ci portano”. Molte le sorprese nella cucina di Pecelli che oggi attende un tonno di 45 kg per imporchettarlo con tanto di finocchietto di stagione e cottura al forno. Anche le affumicature sono di casa, come l’offerta di ostriche con cui lo chef prepara anche la maionese. In questa cucina specialità regionali come la burrata si sposano felicemente nel ripieno dei bottini conditi con le cozze.
Nel locale con 35 coperti, aperto a pranzo e cena tranne il lunedì, il design, realizzato da Costagroup, è un piccolo capolavoro di effetti visivi, specchi, cristalli, oro e rame, carte e metalli. Una galleria in azzurro ricorda il legame con il mare alla base del concept gastronomico in cui il patron Dario Asara ha voluto mettere al centro la stagionalità del pesce.
C’è un tempo anche per pescare il pesce giusto, per rispettare più possibile l’ecosistema marino. Magari può sembrare una piccola cosa ma accettare di non mangiare spigola in estate forse non salverà il mondo, ma renderà il fondo del mare più armonico con le sue origini. C’è un tempo giusto per ogni cosa. Questa scelta etica non è nuova a Dario Asara, che l’ha fatta propria anche negli altri ristoranti di sua proprietà, i due Ginger – Sapori e Salute, dedicati al benessere e al buon vivere, ed è stata condivisa dallo chef Fabio Pecelli. “Siamo oramai abituati a trovare in ogni periodo dell’anno qualsiasi prodotto – racconta Asara- non rendendoci più conto di come le stagioni siano invece la sorgente di vita di vegetali, ortaggi, frutta e pesce. Il gusto arriva dal sole, dalla terra, dalla pioggia e ogni prodotto ha un suo momento durante l’anno in cui esprime il meglio di sé. In particolare, seguire la stagionalità del pesce significa rispettarne i tempi di riproduzione, per non doverci trovare, un giorno, in un mondo con un mare senza vita”.(ANSA).