(ANSA) – ROMA, 06 MAR – Per aumentare il prezzo del riso occorre puntare sulle certificazioni Dop e Igp, in modo da premiare la qualità delle produzioni e legare sempre più il prodotto al territorio. Lo fa sapere Cia-Agricoltori Italiani, reputando che non basti l’etichettatura generica in vigore dallo scorso anno, che sembrerebbe aver avuto un impatto poco rilevante sul mercato nazionale. La clausola di salvaguardia sull’importazione del riso dai Paesi del Sud-Est asiatico introdotta poche settimane fa, secondo Cia, incide solo su alcune varietà di riso come l’Indica, che peraltro è già stata importata dall’Asia in grosse quantità prima dell’entrata in vigore dei dazi ed è presente in maniera consistente sul mercato. L’aumento di prezzo di diverse tipologie di riso autoctono ha origine negli squilibri del mercato; in particolare, spiega Cia, per quanto concerne il rialzo del tondo, il fenomeno è legato alla scarsa produzione calata di 100mila tonnellate nell’ultima annata. Per il resto delle produzioni, i contenuti aumenti registrati sul mercato interno non sono tali da giustificare ottimismo. L’Italia, conclude Cia, resta il primo Paese produttore di riso in Europa, con 230mila ettari seminati, oltre 100 varietà coltivate e una produzione nazionale stabilmente superiore a un milione di tonnellate. (ANSA).