ROMA – La grave siccità nelle campagne del nord provocata dal dimezzamento delle precipitazioni invernali rispetto alla media storica, è solo l’ultimo capitolo degli effetti delle anomalie climatiche costati all’agricoltura italiana oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. E’ quanto emerge da uno studio della Coldiretti divulgato in occasione della partecipazione in piazza Venezia a Roma dei giovani agricoltori guidati dal leader nazionale Veronica Barbati al Global Strike for Future.
Tanti i cartelli e gli striscioni con i quali evidenziano il loro impegno per l’ambiente, ‘Save the planet, buy local’, ‘Noi agricoltori custodi del pianeta’, ‘No farmers no party’. Con il cambiamento del clima l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma con una evidente tendenza alla tropicalizzazione, sottolinea la Coldiretti, che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi.
La siccità, precisa la Coldiretti, è diventata l’evento avverso più rilevante per l’agricoltura italiana in termini di danni economici a carico soprattutto delle produzioni, con due annate gravi nel 2012 e nel 2017 mentre per quanto riguarda i fenomeni precipitativi violenti, i danni riguardano sia le produzioni, sia le strutture e le infrastrutture.