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Sos produttori agrumi, spendono di più e incassano meno

(ANSA) – ROMA, 5 NOV – Sono costretti a produrre con costi nettamente più alti dei loro principali competitor europei a fronte di remunerazioni inferiori. E’ la situazione paradossale in cui di trovano i produttori di agrumi in Italia, come ha fatto notare la Copagri in un’audizione in Commissione Agricoltura del Senato sulle problematiche del settore. Oggi infatti, le clementine nazionali vengono pagate dal consumatore meno di quelle spagnole.

I produttori, ha evidenziato la Confederazione, scontano una forte concorrenza da parte di altri paesi europei primi fra tutti la Spagna, ma anche extra-Ue come l’Egitto e la Turchia; tutti produttori che, tra l’altro, beneficiano di diverse concessioni fitosanitarie. Condizione che penalizza l’Italia, secondo produttore europeo dietro la Spagna, con oltre 2,8 milioni di tonnellate e circa 155 mila ettari dedicati, per un valore della produzione di quasi 1 miliardo di euro (-6% sul 2018/2017). Un comparto che paga poi lo scotto dell’andamento climatico avverso e di numerose problematiche di carattere fitosanitario.

Diverse le misure suggerite dalla Confederazione per il rilancio del settore: sfruttare i fondi a disposizione del comparto per rafforzare i contratti di filiera, puntare su azioni di promozione e informazione dei consumatori, senza tralasciare la ricerca e la riconversione varietale. E’ inoltre necessario realizzare il catasto agrumicolo nazionale per favorire la programmazione, come anche attenzionare gli scambi commerciali con i paesi esteri, assicurando condizioni di reciprocità delle regole produttive e rafforzando i controlli fitosanitari sulle importazioni. Nel medio e nel lungo periodo, infine, bisogna strutturare un piano agrumicolo di settore pluriennale, che possa costituire un punto di riferimento per l’organizzazione del comparto, sia in termini di produzione che di commercializzazione e internazionalizzazione. (ANSA).

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