(ANSA) – TORINO – Ogni giorno un italiano su due parla di cibo o si informa, molto spesso sul web, ma la ‘sostenibilità alimentare’ non fa ancora breccia. E’ la considerazione fatta, al Festival del Giornalismo Alimentare di Torino, all’incontro cui ha partecipato la Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition. Il cibo – è stato sottolineato – entra quotidianamente nei discorsi e nelle ricerche online del 51% degli italiani, con una quota ancora più alta, 58% tra i giovani 18-34 anni. E il cibo è sempre più fotografato: l’hastag #food raccoglie oltre 321 milioni di post a livello mondiale. Ma sul web di cibo si parla soprattutto in chiave di gusto, mentre l’appeal scende nelle ricerche sull’origine del cibo e il modo in cui è stato prodotto.
“Mai come in questo momento, invece – sostiene la Fondazione Barilla – è necessario ripensare il nostro modo di produrre, distribuire e consumare il cibo e incoraggiare i media a raccontarlo al di là del semplice gusto, mettendo in evidenza i paradossi del nostro sistema alimentare e le soluzioni concrete per superarli”.
In quest’ottica, c’è un progetto europeo, il ‘Su-Eatable Life, finanziato dalla commissione Ue – illustrato sempre al Festival del Giornalismo Alimentare – che punta a dimostrare, attraverso una serie di esperimenti in università e mense aziendali, che è possibile convincere i cittadini a modificare le diete, con vantaggi per l’ambiente e la salute.
Nell’iniziativa sono coinvolte la Fondazione Barilla, GreenApes.
Wageninen University e la Sustanaible Restaurant Association, sono coinvolti nella prima fase 5000 persone. (ANSA).