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Uva da tavola, Cia lancia allarme su concorrenza ‘sleale’

 

ROMA – “Uva da tavola egiziana a prezzi stracciati sugli scaffali europei, con l’intermediazione dell’Olanda, nel pieno della raccolta tricolore”. E’ il grido di allarme lanciato da Cia-Agricoltori Italiani per il mercato dei nostri grappoli, “favorito- spiega una nota- dagli accordi Ue-Egitto che agevolano l’ingresso nel continente di uve dal Nord Africa”.

L’organizzazione agricola, nel presentare la questione, denuncia che “successivamente, sono le piattaforme distributive olandesi a immetterla nel mercato a metà prezzo rispetto alle uve italiane, creando concorrenza “sleale” al nostro prodotto”. Cia spiega, analizzando la problematica, che “i prezzi delle uve egiziane sono, infatti, influenzati dal costo bassissimo della manodopera e mettono in grave difficoltà la filiera italiana, che ha oneri molto più elevati per l’incidenza del fattore lavoro e anche delle nuove operazioni messe in campo con le regole sanitarie post-Covid-19”. E’ ricordato che “il problema è molto sentito dai produttori nazionali perché la filiera delle uve da tavola (le superfici vitate sono 46 mila ettari concentrati in Puglia e Sicilia) ha da sempre una forte vocazione all’export, soprattutto in ambito Ue”.

Cia conclude che “il rischio, ora, è che la distribuzione dia spazio sugli scaffali alle uve straniere a prezzi stracciati a scapito di quella nazionali”. L’organizzazione “ritiene, pertanto, necessaria un’attenta revisione di questi datati accordi bilaterali, per meglio tutelare i produttori mediterranei e al contempo, chiede un importante sostegno istituzionale alla promozione dell’uva italiana e aperture verso nuovi mercati”.

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