VERONA – Di fronte ad un aumento medio dei prezzi del vino nei supermercati del 6,5% nel 2018, il consumatore ha ridotto gli acquisti del 3,8%. Tanto più che le promozioni di vini a prezzi scontati sono diminuite di due punti percentuali. A mantenere le posizioni i soli vini Doc e Docg (-0,7% a volume). Tuttavia, al netto degli effetti inflattivi della scarsa vendemmia del 2017, l’aumento del valore del vino nella Grande distribuzione (Gdo) viene considerato come una tendenza positiva e necessaria sia dalle cantine sia dalle insegne distributive.
E’ quanto emerso oggi a Vinitaly dalla tavola rotonda sul mercato del vino nella Gdo (grande distribuzione organizzata), organizzato da Veronafiere in collaborazione con l’istituto di ricerca Iri, dove si è discusso dei prezzi delle uve destinate ai vini. Per Enrico Zanoni, consigliere di Unione Italiana Vini e direttore generale di Cavit “sarebbe auspicabile sia da parte dei produttori che dei distributori la gestione di una politica di prezzo correlata più al corretto posizionamento dei diversi prodotti, e meno influenzata dagli andamenti della materia prima nella diverse vendemmie”.
“Attenzione a non disperdere nel 2019 quanto di buono costruito nella relazione con il consumatore cercando di comunicare il giusto rapporto tra qualità e prezzo” ha sottolineato Alessandro Masetti, Responsabile settore alimentari e liquidi di Coop Italia. Del resto, ha ricordato Virgilio Romano, Business Insight Director dell’istituto di ricerca Iri, “i disciplinari delle denominazioni proteggono da tali forti oscillazioni permettendo alle aziende di mantenere politiche commerciali e di marketing stabili nel tempo. Agli inizi del duemila la percentuale di vini con marchio di qualità (Docg/Doc/Igt) era inferiore al 60%, oggi siamo arrivati intorno al 70%. La strada è questa, continuare a valorizzare territori e produzioni”.