(ANSA) – ROMA, 8 GEN – Indennizzi, investimenti, ricerca.
Sono le parole chiave della rigenerazione olivicola della Puglia che la Ministra alle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova ha voluto ribadire aprendo la riunione convocata con istituzioni e associazioni per l’illustrazione del Piano straordinario. L’incontro, annuncia il Mipaaf in una nota, ha confermato il Piano così come illustrato nei giorni scorsi dalla stessa Ministra, tranne nell’aumento delle risorse sugli indennizzi ad agricoltori e frantoiani. Quindi investimenti.
“Per rigenerare l’olivicoltura e l’agricoltura servono imprese agricole che investano”, ha proseguito Bellanova, “che possano fare i reimpianti, piantare altre colture, lavorare in ottica di territorio con imprese di trasformazione e commercializzazione.
Per questo sono previste misure specifiche”. La ricerca, “è essenziale – ha concluso la Ministra Bellanova, – nel dare prospettiva alla rigenerazione agricola. Servono risorse adeguate ma soprattutto dobbiamo trovare un coordinamento. E mantenere l’obiettivo di aiutare gli agricoltori”.
Secondo la ministra delle Politiche agricole, alimentari e forestali Bellanova “la ricerca è la vera e propria chiave di volta nel Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia. Se oggi si può sperare nella tenuta di due specie individuate come resistenti alla xylella è perché si è fatta ricerca”. Al lavoro inoltre sui contratti di distretto, per favorire la progettazione territoriale. “Serve o no – chiede Bellanova – riprogettare un territorio dove prima c’era una coltura identitaria e adesso il deserto? Io rispondo sì. E’ necessario capire dove, cosa e quali procedure gli agricoltori devono affrontare per fare il loro mestiere. Ho chiesto al mio ufficio legislativo di lavorare con Beni culturali, Ambiente e Regione per chiarire definitivamente cosa è consentito e cosa no. Abbiamo fatto un protocollo che ha sbloccato i reimpianti di ulivi con le due specie resistenti. Credo si debba ripartire dall’ulivo ma che gli agricoltori – conclude – devono essere liberi di fare impresa, rispettando le norme”. (ANSA).