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1 maggio: lavoratori Elica in presidio, Indelfab verso mobilità

(ANSA) – FABRIANO (ANCONA), 01 MAG – Primo maggio amaro per i
lavoratori del distretto di Fabriano: quelli di Elica,
multinazionale leader mondiale nel settore delle cappe
aspiranti, trascorrono la Festa del Lavoro in presidio davanti
all’azienda. I loro posti di lavoro sono a rischio a seguito
della presentazione del piano strategico 2021-2023 che prevede
409 esuberi su 560 dipendenti del comprensorio, chiusura dello
stabilimento a Cerreto D’Esi e delocalizzazione del 70% delle
produzioni effettuate oggi nei siti di Fabriano, Cerreto e
Mergo. Delegazioni degli operai sono davanti agli stabilimenti
di Elica “proprio nel giorno in cui si celebra il Lavoro,
principio fondativo della Costituzione, a difesa di ciò che
questa azienda ha sempre rappresentato per la collettività del
Fabrianese e contro le scelte di un gruppo di manager che ne sta
distruggendo i valori e la storia e che dobbiamo in tutti i modi
provare a fermare”, dice il coordinamento sindacale unitario.
    Una forma di mobilitazione anche in vista dell’avvio del tavolo
di crisi al Mise, in modalità da remoto, previsto per le 16:30
del 3 maggio. Primo maggio difficile anche per i 537 lavoratori
della Indelfab, ex JP Industries, per i quali è stata
ufficialmente aperta la procedura di mobilità da parte dei tre
commissari fallimentari nominati dal Tribunale di Ancona. Questi
ultimi, non avendo individuato potenziali acquirenti né una
ripartenza dell’azienda, hanno optato per questa decisione che
coinvolge 275 lavoratori di Fabriano, nelle Marche, e 262 a
Gaifana, in Umbria, attualmente in cassa integrazione per
cessazione, che scadrà il 15 novembre. “È indispensabile una
convocazione immediata al Mise – dice Pierpaolo Pullini,
responsabile Fiom del distretto industriale di Fabriano – anche
con il Ministero del Lavoro e la Regione Marche, per valutare
ulteriori strumenti di tutela dell’occupazione e per incentivare
e favorire eventuali manifestazioni di interesse, per
scongiurare l’ennesimo disastro occupazionale che colpisce il
territorio, sul quale bisogna lavorare in questi pochi mesi
rimasti per costruire veri progetti industriali”. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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