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Alibaba troppo forte, l’e-commerce di Amazon abbandona la Cina 

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 Mandel Ngan/AFP

 Jeff Bezos nella sede del Washington Post

Dominatore in occidente, minoranza in Cina. A tal punto da decidere di lanciare il Paese: l’e-commerce di Amazon molla Pechino. Troppo forte la concorrenza dei leader locali, Alibaba e JD. La società guidata da Jeff Bezos non abbandona del tutto la Cina, dove continuerà a spingere i propri prodotti (come i Kindle) e soprattutto i servizi in cloud di Aws.

Niente e-commerce, avanti con il cloud

Amazon ha acquistato il sito di shopping online cinese Joyo.com nel 2004 per 75 milioni di dollari, ribattezzandolo Amazon China. Il negozio online cinese chiuderà il 18 luglio, sospendendo le vendite per gli utenti e i servizi di supporto ai venditori di Amazon.cn. Gli utenti cinesi potranno continuare ad acquistare dai siti esteri di Amazon, ma è chiaro che si tratterà di molte meno spedizioni, probabilmente più specifiche e che richiederanno tempi di attesa più lunghi. La mossa di Bezos spiega bene due cose: oltre a confermare quanto sia complicato inserirsi nel mercato cinese, dice che – in alcuni casi – l’e-commerce è ormai sacrificabile per Amazon. Non lo è, invece, il cloud.

La concorrenza è troppo forte 

Secondo una ricerca di iResearch Global, Tmall (piattaforma di Alibaba) e JD.com controllano l’82% del mercato cinese. Per Amazon c’è quindi poco spazio. E all’orizzonte non c’è né la prospettiva di ampliare la propria quota di mercato né quella di mantenerla per sfruttare l’espansione del settore in Cina. Perché l’e-commerce sta vivendo un momento meno brillante che in passato: per Alibaba, l’ultimo trimestre è stato quello con la minore crescita dal 2016 e JD ha tagliato parte del personale.

Stretto tra concorrenti più forti, che possono fornire una rete locale più capillare e spedizioni più veloci, e senza prospettive incoraggianti, Amazon ha scelto di concentrare gli sforzi per l’e-commerce altrove. Non solo nei mercati più maturi, ma anche – ad esempio – in India, dove gareggia con Walmart. Amazon ha un sito locale e il colosso della grande distribuzione Usa (dopo aver venduto nel 2016 la propria attività cinese a JD in cambio di una quota della società) ha acquisito il controllo di Flipkart.

La scelta di Bezos spiegata con i numeri

I conti Amazon del 2018 dicono che l’attività internazionale, cioè quella fuori dal Nord America che include anche la Cina, ancora non rende. Ha incassato 65,8 miliardi di dollari, ma ha avuto un margine operativo lordo negativo per oltre 2 miliardi. Le spese sono più alte delle vendite. Nel mercato di casa (che vale 141,3 miliardi) il margine lordo è invece positivo per 7,2 miliardi. Il bilancio, quindi, dice che si può rinunciare a un pezzo di e-commerce.

Non sono invece sacrificabili i servizi in cloud di Aws, che non a caso in Cina ci rimarranno. Il perché è tutto nei numeri. Aws cresce molto più in fretta (+47% nel 2018, contro il 29% degli altri comparti). Lo scorso anno valeva l’11% del fatturato, ma il 58,7% del margine lordo. Aws è più redditizia e in ascesa dell’e-commerce: abbastanza per continuare sulla Cina.   

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