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Possibile un rallentamento
Se, come appare probabile, al termine del cda di oggi Castellucci non avrà più le redini per guidare la società, cosa succederà di un dossier delicato che il numero uno di Atlantia ha gestito in prima persona? Fonti vicine al dossier Alitalia rilevano che i livelli superiori di Atlantia, cioè gli azionisti, avevano condiviso i passi fatti fino ad oggi. Ma Castellucci è stato il protagonista delle trattative e, in caso di passaggio di consegne a un altro manager o a un comitato esecutivo, ci potrebbe essere almeno un rallentamento.
Le quote azionarie dei soci della Nuova Alitalia
Secondo lo schema delle trattative Atlantia dovrebbe avere lo stesso peso azionario di Fs nella nuova compagnia, almeno il 35% ciascuno. La quota potrebbe salire di qualche punto, fino al 37,5%, se Delta, il partner industriale americano, avesse il 10 per cento. L’altro socio previsto è lo Stato, il ministero dell’Economia, con il 15% circa del capitale, attraverso la conversione in azioni del credito per gli interessi, pari a 145 milioni, che Alitalia deve versare al Mef sul prestito di 900 milioni concesso dal governo Gentiloni. La nuova aviolinea partirebbe con un capitale di un miliardo di euro. Pertanto Atlantia, come le Fs, dovrebbe iniettare almeno 350 milioni per partecipare all’operazione, oppure 375 milioni nell’ipotesi di una quota del 37,5 per cento.
La concessione ad Autostrade
Prima che Atlantia fosse nuovamente investita dalla bufera per i falsi rapporti sulla sicurezza dei viadotti autostradali, la trattativa su Alitalia era in stallo. Ma sembrava pronta a imboccare la dirittura finale perché il nuovo governo Pd-M5S aveva abbandonato – parole del premier Giuseppe Conte – l’obiettivo di revocare la concessione autostrade al gruppo Atlantia (che scade nel 2038), optando per una revisione. Cioè si profilava un atteggiamento molto più morbido verso la società dei Benetton. Tra i due dossier ci sono ampi vasi comunicanti. Sta di fatto che Atlantia ha sempre frenato sulla partita Alitalia finché non ci sono state aperture sul dossier concessione per la controllata Autostrade per l’Italia. Ma adesso il M5S torna a insistere per la revoca della concessione. Si parla però anche di un’ipotesi intermedia, una mini-revoca che potrebbe essere limitata al tratto di autostrada a Genova, quella che gestisce anche il Ponte Morandi crollato il 14 agosto 2018, causando 43 morti. Un passo indietro di Castellucci potrebbe creare rapporti più distensivi tra i Benetton e il governo.
I punti di divergenza nelle trattative
Sui contenuti della trattativa per Alitalia, i punti sui quali c’era divergenza sono sostanzialmente tre: 1) la partecipazione azionaria di Delta, da parte italiana e soprattutto di Atlantia si vorrebbe una quota superiore al 10% e la garanzia di un impegno a sostenere le future ricapitalizzazioni di cui la Nuova Alitalia avrà bisogno, forse già a partire dal 2021; 2) un maggiore sviluppo di rotte di Alitalia sul Nordamerica. Un ostacolo alle trattative è venuto dalla scoperta degli accordi commerciali e industriali di Alitalia con Delta, che non fanno parte della trattativa condotta da Fs ma riguardano i rapporti tra le compagnie.