di Marco Assab (ANSA) – ROMA, 10 LUG – Oltre 7.400 operatori iscritti
all’Anagrafica dell’Autorità e una governance frammentata in
3.523 enti. Ma soprattutto una giunga di 5.500 tariffe arrivate
sul tavolo dell’autorità di garanzia del settore. Nella sua
relazione annuale l’Arera conferma la complessità di un settore,
quello dei rifiuti, caratterizzato da frammentazione del
servizio e prestazioni disomogenee tra le varie aree del Paese.
Al maggio 2021, infatti, risultano iscritti all’Anagrafica
operatori dell’Autorità 7.470 soggetti, in aumento del 14%
rispetto all’anno precedente, di cui 7.253 iscritti come
gestori. Nell’87,4% dei casi, segnala l’Arera, si tratta di enti
pubblici, mentre nel 12,6% di gestori con diversa natura
giuridica. Ma in particolare, rispetto all’anno precedente, si
osserva un incremento significativo, pari a circa il 62%, dei
soggetti iscritti come enti territorialmente competenti, che
ammontano a 3.523. Nel 98% dei casi si tratta di Comuni, mentre
è molto ridotto il numero di enti di governo dell’ambito: poco
meno di 60.
Quanto alle tariffe, l’Autorità spiega di aver ricevuto circa
5.500 predisposizioni tariffarie relative all’anno 2020, che
rappresentano una popolazione complessiva di poco superiore a 48
milioni di abitanti, circa l’80% della popolazione nazionale. Al
18 maggio 2021 le predisposizioni già approvate hanno riguardato
84 ambiti tariffari, interessando 6.451.922 abitanti residenti
in 175 Comuni. Molto contenuto, e pari allo 0,29%, l’incremento
medio delle tariffe rispetto all’anno precedente.
Si è chiusa inoltre la raccolta dati sulla qualità del
servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani. L’analisi,
spiega l’Arera, ha riguardato un panel di oltre 4.000 gestioni e
operatori, che erogavano il servizio di gestione tariffe e
rapporti con gli utenti al 57% della popolazione nazionale.
Diversamente dalle attività di raccolta, trasporto e spazzamento
delle strade, per le quali risulta prevalente la gestione in
house (38% delle gestioni del panel), seguita dall’affidamento
mediante gara (28%) e dalla gestione in economia (16%),
l’attività di gestione tariffe e rapporti con gli utenti nella
quasi totalità dei casi è svolta direttamente dal Comune. Per
questa ragione, evidenzia l’Autorità, si riscontra una
corrispondenza univoca tra gestore e gestione. Le gestioni
localizzate nel Nord Italia, conclude l’Autorità, coprono quasi
il 30% della popolazione nazionale, mentre il Sud Italia,
comprese le Isole, raggiunge appena il 15%. (ANSA).
Fonte Ansa.it