E’ a un passo dalla rottura definitiva la trattativa tra Atlantia e Cdp sul riassetto di Autostrade per l’Italia. La holding che controlla la concessionaria ha infatti risposto a Cassa confermando di voler tirar dritto sul percorso avviato per la dismissione della partecipazione nella concessionaria. Una mossa con cui Atlantia di fatto chiude la trattativa, secondo fonti vicine a Cdp, spiegando che escludendo la manleva al mercato sui danni di Genova, Cassa non può procedere. Immediata la replica della holding: ” la manleva non esiste per grandi operazioni di mercato del mondo infrastrutturale” La mossa di Atlantia è arrivata in serata. Una breve lettera con cui la società conferma a Cassa che “a seguito delle deliberazioni assunte ieri dal nostro cda”, è stato avviato oggi “il processo ‘dual track'”, “al quale auspichiamo vogliate partecipare”. Nella lettera si confida che le “difficoltà” emerse nelle interlocuzioni possano essere superate e si anticipa che il processo dual track ha come termine ultimo per la presentazione delle offerte non vincolanti il 16 dicembre.
Una comunicazione che però non va nella direzione auspicata da via Goito. La conferma della volontà di andare avanti con la strada avviata, dimostra che sono stati disattesi completamente gli impegni assunti dai due amministratori delegati di Atlantia e Aspi il 14 luglio, sottolineano le stesse fonti, evidenziando in particolare che, respingendo la richiesta di garanzie per i danni provocati dal crollo del Ponte di Genova (la cosiddetta manleva) la stessa Atlantia fa venir meno una fondamentale condizione di mercato, inderogabile per qualunque investitore di mercato, che renderebbe impossibile deliberare l’operazione i Cda. Atlantia quindi, si fa notare, chiude così di fatto a ogni possibilità di proseguire nella trattativa su Aspi.
“Atlantia non ha disatteso alcun tipo di impegno. Con la delibera approvata ieri, il cda ha condiviso un percorso chiaro, trasparente e di mercato, aperto a Cdp e a tutti i potenziali investitori interessati. Cdp è stata invitata tempestivamente a prendere parte a questo percorso”, affermano invece fonti vicine alla holding.
Da chi è vicino al dossier in via Goito, invece si ricorda come in questi due mesi Cassa abbia portato avanti un tavolo negoziale volto a perseguire un’operazione di mercato ed la disponibilità a trovare soluzioni di ragionevole compromesso e di mercato sia stata massima. E’ di ieri la lettera con cui Cassa invitava la società a riconsiderare la propria posizione e concedendo sette giorni di tempo. Una lettera arrivata in coincidenza con il cda della holding che, portando avanti l’iter annunciato ad inizio agosto, ha avviato il ‘doppio binario’ (vendita in blocco dell’88% o scissione) per arrivare alla dismissione della partecipazione e ha fissato il 30 ottobre per il voto degli azionisti.
Ora la parola dovrà necessariamente passare al Governo, che è l’ideatore della soluzione Cdp per Aspi, decisa nel cdm del 14 luglio. L’irritazione sul dossier è salita nei giorni scorsi e oggi è arrivata la strigliata della ministra delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli: “Il governo non è disponibile a dilazionare per un tempo infinito. C’è un tempo tecnico che è limitato, ma non infinito”. La ministra, pur prendendo le distanze dal negoziato, essendo il concedente, quindi parte terza, ha anche difeso l’azione della partecipata del Tesoro: “Credo che Cdp nell’ambito della sua autonomia stia portando avanti una trattativa rigorosa anche nel rispetto degli obiettivi che la stessa Atlantia si è data”.
Fonte Ansa.it