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Assobibe: sugar tax solo per fare cassa, 5mila posti di lavoro a rischio

la protesta

Chinotti, spume, aranciate sotto la lente della sugar tax, contenuta nella manovra. La manovra introduce la sugar tax: nei prossimi 27 mesi sono previste entrate per 58,8 milioni nel 2020, 261,8 milioni nel 2021 e 256 milioni l’anno successivo

17 dicembre 2019


La manovra non cambia più: ecco tutte le novità

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Chinotti, spume, aranciate sotto la lente della sugar tax, contenuta nella manovra. Protestano le imprese iscritte ad Assobibe, l’associazione di Confindustria delle imprese che producono e vendono bevande analcoliche in Italia, per questa nuova tassa che vale 568 milioni in 27 mesi e mette a rischio, secondo l’associazione, 5mila posti di lavoro.

«L’obiettivo è fare cassa»: ecco quanto rende la misura
La manovra introduce la sugar tax: nei prossimi 27 mesi sono previste entrate per 58,8 milioni nel 2020, 261,8 milioni nel 2021 e 256 milioni l’anno successivo. Dopo molte polemiche l’entrata in vigore della norma è slittata al luglio 2020, ma secondo Assobibe a regime aumenterà del 28% la pressione fiscale media su un litro di prodotto, cifra che si sommerà al 22% di Iva. «L’obiettivo è fare cassa», sottolinea Assobibe.

Revisione di piani di investimento e livelli di occupazione
«La plastic tax invece è stata ridotta ma l’importo fissato rappresenta comunque un aumento del 60% del costo di approvvigionamento della plastica, con effetti pesanti sui bilanci dei produttori già gravati della nuova sugar tax». Secondo Assobibe «è evidente che si dovranno fare scelte e revisioni sui piani di investimenti e livelli di occupazione anche alla luce degli effetti di queste nuove misure. Sono a rischio 5mila posti di lavoro nella filiera, di cui oltre 1.500 della filiera a monte (fornitori di materie prime agricole, macchinari, ingredienti) e oltre 2miladella filiera a valle (commercio, trasporti).

La norma tassa il prodotto, non lo zucchero
«Effetti disarmanti – sottolinea David Dabiankov, direttore generale di Assobibe – per un segmento già in calo da anni. Attendiamo il parere del Garante per la concorrenza e il mercato e una convocazione dalla Presidenza del Consiglio che sino a oggi non è ancora pervenuta». Dabiankov ha ricordato che « la norma tassa il prodotto, non lo zucchero, e coinvolge anche le bevande sugar free. La legge non dà indirizzi su cosa produrre e quindi la conseguenza è chiudere gli stabilimenti. Ci chiediamo a questo punto se il Governo voglia favorire in Italia solo la vendita di prodotti fatti all’estero. Per aziende e lavoratori del settore un bel regalo di Natale: un futuro pieno di incertezze».

Per approfondire
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