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Auto aziendali e plastic tax: retromarcia in arrivo. Conte: trovate le coperture

manovra

Per il premier il settore automotive «riveste un rilievo strategico» per l’economia nazionale» e il Governo «intende affrontare questo passaggio così sensibile e cruciale per la nostra struttura industriale, con piena consapevolezza»

25 novembre 2019


Manovra, stangata sulle auto aziendali dei dipendenti: si salvano ibride ed elettriche

3′ di lettura

Conte conferma una sostanziale retromarcia del governo sulla stretta fiscale alle auto aziendali a uso promiscuo. In vista anche un ridimensionamento della plastic tax. «Il Governo, in particolare il ministero dell’Economia, sta interloquendo e lavorando con tutti i soggetti coinvolti per pervenire a una soluzione quanto più possibile condivisa, che riveda in maniera sostanziale e rimoduli la misura» sui fringe benefit legati alle auto aziendali ad uso promiscuo.

In visita allo stabilimento Fca di Melfi, in Basilicata, per prendere parte all’assemblea annuale dell’Associazione nazionale filiera industria automobilistica (Anfia) il premier Giuseppe Conte conferma il passo indietro del Governo sulla tassazione delle auto aziendali prevista dalla manovra 2020.

Senza modifiche costi triplicati
La “stangata” prevista dalla versione inziale del ddl Bilancio su cui il Governo promette un cambio di rotta consiste in pratica nella triplicazione del reddito in natura imputato ai dipendenti (fringe benefit) per la possibilità di utilizzare le auto aziendali anche nel tempo libero (il cosiddetto uso promiscuo). Ad oggi, il valore del fringe benefit che finisce in busta paga è il 30% del costo chilometrico annuo determinato in base alle tabelle Aci per una percorrenza annua di 15.000 km. Senza un ritocco alla manovra all’attenzione del Senato da gennaio 2020 il prelievo su un’auto media passerebbe da 600 a quasi 2mila euro.

Trovata gran parte delle coperture
Per le modifiche alle misure della Plastic tax e sulle auto aziendali «abbiamo trovato già per buona parte le coperture, siamo in dirittura finale e questa è una notizia molto positiva», ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso di un forum trasmesso sul suo profilo Facebook. Conte ha spiegato che su queste due misure «stiamo lavorando al Ministero dell’Economia per alleggerirne assolutamente l’impatto, perché ci siamo resi conto che presentano criticità. Secondo me è la forza di un Governo quella di prendere atto delle criticità che alcune misure possono arrecare. Misure che sono anche giuste in linea di principio, quindi la finalità è quella di favorire la transizione energetica e il Green New Deal, ma se sbagliamo tempi, se sbagliamo a modulare le misure, per le imprese ci sono delle ricadute negative che vogliamo evitare».

Mea culpa sulla scansione temporale
La modifica alla norma sulle flotte aziendali, secondo Conte, «dovrà contemperare, da una parte, l’esigenza di perseguire una giusta transizione verso tecnologie a zero emissioni e, dall’altra, accompagnare la transizione senza colpire, in modo improvvido, lavoratori ed aziende». La prospettiva è dunque quella di una revisione «sostanziale» della norma, «pensata per favorire il ricambio auto, in un’ottica di sostenibilità ambientale ma con una scansione temporale – ha ammesso il premier – che rischia di non favorire il nostro sistema».

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