Riunione al Mise tra Stefano Patuanelli e i capigruppo della maggioranza su un piano per l’industria italiana di orizzonte decennale
di Carmine Fotina
Il digitale come driver di sviluppo
3′ di lettura
Dopo un primo incontro di preparazione che si è già svolto nelle scorse settimane, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha coordinato una riunione con alcuni dei capigruppo della maggioranza in Parlamento (Davide Crippa di M5S, Maria Elena Boschi e Annamaria Parente di Italia Viva, Stefano Fassina di Leu) per iniziare il lavoro su un documento per un “Piano industriale Italia” decennale che potrebbe avere un primo approdo concreto con la prossima legge di bilancio e dovrebbe poi dispiegarsi nel prosieguo della legislatura. Per il Pd erano presenti i sottosegretari al Mise Gian Paolo Manzella e Alessia Morani.
I settori di lavoro in vista del documento
Automotive, edilizia (su entrambi i settori ci sono già dei tavoli aperti al ministero), ricerca e trasferimento tecnologico i primi temi concreti citati da Patuanelli. Si va verso la trasformazione dell’agenzia Enea in una vera e propria Agenzia per il trasferimento tecnologico e si studia una semplificazione del sistema degli incentivi del ministero dello Sviluppo, con una specifica attenzione a quelli per le crisi di impresa. «L’obiettivo – secondo Patuanelli – è arrivare a un Piano industriale organico che vada oltre il 4.0, una visione da qui ai prossimi 10 anni che coinvolga ogni componente dell’eccellenza imprenditoriale italiana e che investa sulle tecnologie di frontiera». Il ministro cita come aree di riflessioni anche il «green new deal» europeo e la necessità di rivedere le regole sugli aiuti di Stato a livello Ue. La difficoltà ora sarà trasformare questi incontri in idee concrete e misure valide, slogan a parte.
Patuanelli cerca una via d’uscita dalle crisi
Un’iniziativa che per molti versi sembra rispondere alla necessità per Patuanelli, e in un certo modo anche per i suoi sottosegretari al ministero ancora privi di deleghe, di uscire dall’angolo in cui li hanno confinati le grandi crisi industriali. Si può dire che fin dall’inizio del suo mandato Patuanelli sia stato sovrastato dalla gestione delle crisi aziendali, ex Ilva e Alitalia innanzitutto ma anche Whirlpool, ex Embraco, Blutec solo per citare alcuni esempi. Di qui la necessità di provare a costruire una narrativa diversa, sganciandosi per quanto possibile anche mediaticamente dalla visione di un ministro travolto dalle emergenze industriali e occupazionali. E delineando per converso un’idea “costruens” dello sviluppo economico del paese.
I provvedimenti che sono invece già allo studio
Il Piano ha un orizzonte di lungo termine. Ben più ravvicinati, invece, dovrebbero essere alcuni provvedimenti allo studio del governo e della maggioranza per i prossimi mesi. La tabella di marcia dei prossimi interventi per la crescita prevederebbe al momento nell’ordine un decreto legge per la semplificazione (si parla già di febbraio), un Ddl per l’innovazione e l’attrazione di investimenti (tra febbraio e marzo), un nuovo decreto crescita (maggio). Tra febbraio e marzo dovrebbe arrivare il pacchetto di interventi specifici per il Mezzogiorno più volte annunciato e rinviato.
L’eco delle crisi
Anche nella giornata dell’incontro sulle prospettive future dell’industria italiana, però, ha avuto ampio spazio il dossier delle crisi. Al Mise si è svolto l’ennesimo tavolo sull’ex Embraco, dal quale è emerso che è in corso l’affidamento di un mandato ad un advisor internazionale per verificare la presenza di nuovi possibili investitori per lo stabilimento di Riva di Chieri.
Su un’altra difficile questione – il rilancio di Piombino – si è svolto al Mise un incontro tra la sottosegretaria Alessia Morani e le rappresentanze sindacali Fim, Fiom, Uilm. Morani ha annunciato che convocherà nei prossimi giorni Piero Nardi, commissario straordinario dell’acciaieria Jsw Steel di Piombino (ex Aferpi) per fare il punto sulla reindustrializzazione dell’area. La sottosegretaria del Pd assicura l’impegno a seguire direttamente la crisi di Piombino, favorendo un incontro tra il ministro Patuanelli e i sindacati per rialimentare un dialogo che in molti sul territorio, negli ultimi mesi, hanno giudicato insufficiente. In queste settimane è previsto anche un incontro tra lo stesso Patuanelli e la proprietà indiana.