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Autostrade, il Cdm slitta a stanotte. Ipotesi commissariamento in caso di revoca della concessione

consiglio dei ministri alle 22

L’obiettivo del premier Giuseppe Conte è tenere i Benetton fuori dalla gestione di Autostrade. Ed è un obiettivo sul quale si innesca una guerra totale tra il capo del governo e Atlantia, la holding che gestisce ‘88% delle quote di Autostrade.

di Andrea Gagliardi

14 luglio 2020


2′ di lettura

Slitta alle 22 il Cdm sul dossier Aspi previsto stamattina alle 11. Segno di tensioni non sopite e di molti nodi ancora da sciogliere nella maggioranza -L’obiettivo del premier Giuseppe Conte è tenere i Benetton fuori dalla gestione di Autostrade. Ed è un obiettivo sul quale si innesca una guerra totale tra il capo del governo e Atlantia, la holding che gestisce ‘88% delle quote di Autostrade. Conte ha messo sul tavolo la concreta possibilità della revoca, venendo incontro alle richieste del M5s. Ma quando stasera il premier farà la sua informativa in Cdm, il rischio della conta è dietro l’angolo. Perché il dossier Aspi riapre lo scontro tra Conte e Iv.

La tensione nella maggioranza

«No a slogan populisti, la revoca è facile da dire, difficile da fare», sottolinea Matteo Renzi. Sulla linea dura, oltre a Leu si allinea anche il Pd, e lo fa con Nicola Zingaretti: «La lettera di Aspi è deludente, i rilievi del premier sono giusti», spiega il segretario Dem. Ma soluzione a cui pensa il Pd, da sempre contrario alla revoca, è quella di un ingresso dello Stato tramite Cdp in posizione predominante. Soluzione condivisa, sia pure con riserve, dal leader di Italia Viva Matteo Renzi, anche lui contrario alla revoca. Se alla fine si andrà verso la revoca, comunque, la strada è quella di un commissariamento. Ma anche questa possibile soluzione non è priva di incognite per la maggioranza giallo-rossa: se la revoca può essere decisa con un decreto interministeriale Economia-Infrastrutture senza passare per il Cdm, il commissariamento deve passare da un decreto legge e quindi dalle Aule parlamentari. E Italia Viva, decisiva in Senato, difficilmente lo voterebbe.

Germania e Cina in pressing contro la revoca della concessione

Fonti qualificate di governo negano che il nodo Aspi sia stato oggetto del colloquio tra Conte e Merkel a Berlino ma, di certo, è tra i protagonisti della conferenza stampa congiunta che segue al bilaterale. Prima di salutare il suo omologo italiano, la cancelliera si è lasciata scappare una battuta: «sono molto curiosa di sapere come andrà il Cdm». Forse perché dentro Aspi c’è anche, come socio di minoranza, la tedesca Allianz. Il blitz di Conte, di certo, mette in allarme anche l’altro socio di minoranza, il fondo cinese Road Silk, che, chiede “notizie” all’ambasciatore italiano a Pechino.

La resa dei conti in Cdm

«Tutti i ministri saranno nelle condizioni di conoscere i dettagli» della vicenda, «ora è necessaria una decisione», ha ribadito il premier. Ma il Cdm di stasera non sarà decisiva per le sorti di Aspi, anche se non è esclusa una conta con tanto di nuovo scontro interno al governo. Il nodo sta nella quota che, nelle strategie dei partiti, deve restare nelle mani dei Benetton: Pd – e soprattutto Iv – sono più possibilisti laddove il M5S li vuole letteralmente fuori dal Cda di Aspi. Resta da vedere se davvero il governo arriverà ad imporre una revoca (o una decadenza del contratto, che potrebbe avere ripercussioni finanziarie minori). Il dl milleproroghe dà a Conte la possibilità di farlo. Le conseguenze economiche e politiche sono tutte da decifrare. «In caso di revoca abbiamo delle soluzioni», ha assicurato il premier.

 

 

 

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