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Banche europee guardano a consolidamento transfrontaliero

(ANSA) – MILANO, 14 AGO – Le banche europee si preparano ad
affrontare il post pandemia ed a competere con i grandi colossi
globali. Mentre le fusioni nazionali sembrano ben avviate,
quelle transfrontaliere più grandi rimangono “molto possibili
dal 2022 in poi”, sostengono gli analisti di Bloomberg
Intelligence.
    Nei singoli Paesi i primi a dare il inizio al risiko bancario
sono stati Intesa Sanpaolo con Ubi Banca in Italia e CaixaBank
con Bankia in Spagna. Le due operazioni hanno generato 8
miliardi di dollari (6,82 miliardi di euro) di avviamento
(badwill) combinato, e forniscono un utile esempio di “come
vengono riconosciuti questi guadagni”.
    Con un rally del 75% nell’indice Stoxx 600 delle banche
europee (Sx7p), dopo il minimo pluridecennale toccato nel
settembre dello scorso anno che aveva eroso parte dell’interesse
alle fusioni e acquisizioni, il consolidamento del settore resta
un “tema chiave” per il futuro. Il divario della
capitalizzazione di mercato tra le più grandi banche
dell’eurozona e le loro omologhe statunitensi (con JP Morgan che
supera quella di Bnp Paribas di 400 miliardi di dollari) rende
l’importanza delle aggregazioni europee di “grande rilevanza,
anche se rimangono alcune sfide”.
    “C’è bisogno di aggregazioni transfrontaliere. In Europa
condividiamo la stessa moneta e quindi è opportuno che ci siano
dei grandi gruppi bancari che agiscono su più Paesi dell’area
Euro”, afferma Andrea Monticini, docente di econometria
finanziaria dell’Università Cattolica. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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