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Bankitalia: Pil 2020 -9,5%, -13% se peggiora pandemia. Mina di 500 mld sulle finanze pubbliche

LE PREVISIONI

Il Bollettino economico trimestrale rivede la stima fatta dagli economisti di via Nazionale poco più di un mese fa (-9,2%). Le proiezioni includono l’impatto del decreto Cura Italia e del Dl Rilancio che ammontano complessivamente a circa il 4,5% del Pil

Bankitalia: le famiglie vedono nero, hanno poche riserve

Il Bollettino economico trimestrale rivede la stima fatta dagli economisti di via Nazionale poco più di un mese fa (-9,2%). Le proiezioni includono l’impatto del decreto Cura Italia e del Dl Rilancio che ammontano complessivamente a circa il 4,5% del Pil

10 luglio 2020


3′ di lettura

L’economia italiana va verso una riduzione del Pil del 9,5% quest’anno nello scenario base di una diffusione della pandemia sotto controllo in Italia e a livello globale. Lo scrive Bankitalia nel bollettino economico. Se tuttavia emergessero nuovi focolai «rilevanti» – avverte Bankitalia – «il Pil potrebbe scendere di oltre il 13% quest’anno» con un recupero più moderato negli anni successivo rispetto allo scenario di base, che prevede +4,8% nel 2021 e +2,4% nel 2022. Le stime potrebbero al contrario migliorare con un rafforzamento delle politiche espansive all’esame dell’Unione europea.

Per i prossimi due anni ripresa solo graduale

Per il prossimo biennio via Nazionale prevede una ripresa solo “graduale”: +4,8% nel 2021 e +2,4% nel 2022, a causa degli effetti persistenti sui consumi dal calo dell’occupazione e del reddito disponibile. Il Pil quest’anno, si legge, dopo essere sceso in misura molto marcata nei primi sei mesi (circa 15 punti) tornerebbe a espandersi nel secondo semestre, in larga parte per la fine del lockdown. Le proiezioni includono l’impatto del decreto Cura Italia e del Dl Rilancio che ammontano complessivamente a circa il 4,5% del Pil. «Si stima che tali interventi, in larga misura temporanei, possano attenuare la caduta del prodotto per oltre due punti percentuali quest’anno».

Mina di 500 miliardi sulle finanze pubbliche italiane

C’è una mina da 500 miliardi sulle finanze pubbliche italiane. Gli economisti di via Nazionale calcolano che «l’ammontare delle garanzie pubbliche attivabili sulla base delle misure finora varate è di oltre 500 miliardi, circa sei volte il valore di quelle in essere alla fine del 2019. Data la gravità della crisi e l’incertezza sui tempi e sull’intensità della ripresa dell’attività economica – si legge in un’analisi sulle risposte della politica di bilancio all’emergenza -, la probabilità di una futura escussione di tali garanzie è verosimilmente più elevata che in condizioni normali. Gli oneri per le finanze pubbliche quindi, seppure distribuiti su più esercizi, potranno essere significativi».

Bce: 399 mld titoli italiani acquistati, 359 da Bankitalia

Dal Bollettino emerge che alla fine di giugno il valore di bilancio dei portafogli di titoli privati e pubblici acquistati dall’Eurosistema era pari a 533 e a 2.242 miliardi, rispettivamente. Gli acquisti netti di titoli pubblici italiani ammontavano a 399 miliardi, di cui 359 effettuati dalla Banca d’Italia. Alla stessa data nell’ambito del Pepp, il programma di acquisti per l’emergenza pandemica lanciato a marzo, erano stati acquistati titoli privati e pubblici per 355 miliardi di euro. «Secondo gli ultimi dati disponibili sulla scomposizione degli acquisti del Pepp – si legge nel documento – alla fine di maggio erano stati acquistati titoli privati e pubblici per un valore di bilancio rispettivamente pari a 48 e a 187 miliardi», di cui 37 miliardi erano relativi a titoli pubblici italiani ( 34 acquistati dalla Banca d’Italia). Il Bollettino dà anche uno spaccato degli approvvigionamenti di liquidità, affluita massicciamente all’Italia: attraverso la quarta asta Tltro3, a giugno, sono stati assegnati 1.308 miliardi a 742 controparti, di cui 249 miliardi a 95 controparti italiane; con la seconda asta delle PELTRO sono stati erogati complessivamente 15,6 miliardi, di cui 14 a 16 banche italiane. Al netto dei rimborsi delle aste in scadenza, in giugno il rifinanziamento netto con durata pari o superiore ai tre mesi presso l’Eurosistema delle banche dell’area è aumentato nell’insieme di 564 miliardi, quello delle banche italiane di 53 miliardi.

Scenario crescita può migliorare con strumenti Ue

Un miglioramento delle prospettive di crescita dell’economia italiana rispetto alla fotografia scattata dalla Banca d’Italia (-9,5% e +4,8% nel biennio 2020-2021) si potrebbe avere con il «rafforzamento delle politiche espansive attualmente in esame». Secondo la Banca d’Italia, «l’approvazione e l’utilizzo efficace degli strumenti in discussione per l’Unione europea, oltre a incidere direttamente sulla domanda e sulla capacità produttiva, potrebbero contribuire a una ripresa della fiducia di famiglie e imprese. L’ammontare di risorse di cui sarà possibile beneficiare dipenderà dalla capacità di proporre e mettere in atto riforme e progetti di investimento validi».

Fonte

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