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Bankitalia: Pil giù del 5% nel primo trimestre e in caduta anche nel secondo

il bollettino economico

Secondo via Nazionale i tempi e l’intensità della ripresa dipenderanno, oltre che dalla durata e dall’estensione geografica del contagio, da diversi fattori interni e internazionali nonché dall’efficacia delle politiche economiche

17 aprile 2020


Coronavirus, Fmi: nel 2020 crollo del Pil globale, giù del 3%

2′ di lettura

La Banca d’Italia stima una caduta del Pil attorno al 5% nel primo trimestre dell’anno a causa dell’emergenza coronavirus che ha impattato «in misura rilevante alcuni comparti dei servizi» mentre la produzione industriale
avrebbe subito un ribasso del 6%, e del 15% nel solo mese di marzo. Lo si legge nel bollettino economico di Via Nazionale secondo cui «nel terziario le misure hanno pressoché azzerato il fatturato di gran parte del commercio al dettaglio non alimentare, di alberghi, bar e ristoranti e delle aziende del turismo» mentre si sono arrestate le attività edili.

Pil in caduta anche nel secondo trimestre
Ma i problemi non finiscono qui perché il protrarsi delle misure di
contenimento della pandemia di Covid-19 «comporterà una significativa caduta del Pil nel nostro paese anche nel secondo trimestre, cui farà verosimilmente seguito un recupero, che potrà anche essere sostenuto». Secondo la Banca d’Italia «i tempi e l’intensità della ripresa dipenderanno, oltre che dalla durata e dall’estensione geografica del contagio, su cui vi è ancora molta incertezza, da diversi fattori interni e internazionali» nonché dall’efficacia delle politiche economiche. Per riaccendere rapidamente il motore dell’economia italiana, dopo lo shock del coronavirus, infatti, saranno cruciali la «tempestività ed efficacia» delle misure di politica economica che si stanno introducendo, nel Paese e in Europa.

Ogni settimana blocco costa calo Pil 0,5%
Del resto, in base alle stime degli economisti di Bankitalia, «ogni settimana di blocco dell’attività economica di questa portata comporta, secondo un calcolo meccanico che non considera effetti indiretti, una
riduzione del Pil annuale di circa lo 0,5 per cento». Le attività commerciali e industriali non ritenute essenziali, e come tali temporaneamente sospese dal DPCM del 22 marzo, contribuiscono a circa il 28 per cento del totale del valore aggiunto».

Rischio mancato rinnovo di contratti a termine in scadenza
Il ricorso alla cig «dovrebbe avere attenuato» nel mese di marzo l’impatto dell’emergenza Covid-19 sul numero di occupati. Nel secondo trimestre l’occupazione potrebbe però contrarsi «in misura più marcata, risentendo del mancato rinnovo di una parte» degli oltre 400 mila contratti a
termine in scadenza tra marzo e aprile. Il rischio è particolarmente accentuato nei settori ricettivo-alberghiero, dei viaggi e trasporti, dei
servizi ricreativi, culturali e personali e del commercio al
dettaglio non alimentare.

Imprese e famiglie più solide di ultima crisi
Nel bollettino della Banca d’Italia si evidenziano anche alcuni dettagli
positivi. A partire dal fatto che imprese e le famiglie sono colpite dall’emergenza Coronavirus ma, per fortuna, affrontano la crisi partendo in condizioni migliori rispetto a quelle della recessione dovuta al debito sovrano. Le imprese partono «da una struttura finanziaria più solida rispetto all’avvio della precedente recessione». Mentre «il settore delle famiglie affronta l’attuale congiuntura con una solidità finanziaria maggiore rispetto a quella che aveva alla vigilia della crisi del debito sovrano. L’impatto della pandemia sui redditi può essere significativo, ma è mitigato dal basso debito, dal livello molto contenuto dei tassi di interesse e dalle misure di contrasto attuate dalle autorità».

Fonte

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