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Bpb, Bankitalia: aumento di capitale e cambio del vertice chiesti da oltre due anni

«documento di approfondimento»

La nuova governance della Popolare di Bari si è rivelata incapace «di adottare con sufficiente celerità ed efficacia le misure correttive» per risanare l’istituto di credito pugliese. Questa la motivazione del commissariamento evidenziata in una lunga nota della Banca d’Italia

di Vittorio Nuti

16 dicembre 2019


Popolare di Bari: un piano da 900 milioni per il salvataggio

4′ di lettura

Il «peggioramento del portafoglio creditizio», con perdite consolidate per 430 milioni di euro alla chiusura dell’esercizio 2018. Le «forti conflittualità» tra l’amministratore delegato e gli organi amministrativi interni, che hanno portato allo «stallo gestionale». L’inadeguatezza della governance, nonostante il parziale ricambio del Cda e il pressing di via Nazionale per l’inserimento di «elementi dotati di autorevolezza, reputazione e adeguati requisiti di esperienza». Sono alcune delle ragioni che il 13 novembre hanno determinato il “venerdì nero” della Banca popolare di Bari, commissariata dalla Banca d’Italia con lo scioglimento degli organi di amministrazione e controllo l’avvio della procedura di amministrazione straordinaria in ragione delle gravi perdite patrimoniali.

Aumento capitale e cambio vertice chiesti da oltre due anni
Fin da marzo 2017, spiega un lungo «documento di approfondimento» di sette pagine nel quale ripercorre le sue iniziative di Vigilanza a partire dalle ispezioni del 2010, la Banca d’Italia aveva chiesto alla Bpb di effettuare l’aumento di capitale, mai realizzato. E sollecitato le dimissioni dell’ex presidente Marco Jacobini, che ha lasciato la poltrona solo a luglio 2019.

Operazione Tercas fu «salvataggio»
Il documento cita il coinvolgimento della Bpb nell’operazione di acquisizione del gruppo Tercas, da vedere come «un intervento di “salvataggio” volto alla salvaguardia dell’interesse dei depositanti e al rilancio commerciale del gruppo abruzzese». L’operazione fu autorizzata da via Nazionale nel luglio 2014 con il sostegno del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) per 330 milioni di euro. Tale contributo fu però congelato dall’intervento della DgComp guidata dalla commissaria Vestager e poi sbloccato dopo un anno con la nascita del Fondo volontario del Fitd. La realizzazione di quest’ultima operazione ritardò però «i tempi di integrazione tra la Popolare di Bari e Tercas, con significative conseguenze negative sulla attività di entrambi gli istituti» scrive la Banca d’Italia. Solo nel 2019 il Tribunale dell’Unione ha poi annullato la decisione dell’Antitrust Ue sugli aiuti a Banca Tercas, ma la Commissione europea ha deciso di appellare la sentenza.

Controllo sfavorevole fin dal 2010
La nota ricostruisce i controlli e gli accertamenti sull’attività dell’istituto di credito pugliese iniziati nel 2010 con un primo accertamento ispettivo concluso con una valutazione «parzialmente sfavorevole». Poi una ventina di passaggi e verifiche, con «continui scambi informativi con la Consob», «numerose e continue interlocuzioni con l’autorità giudiziaria» e «l’aggravamento della situazione aziendale» di Bpb «più volte portata all’attenzione anche del ministro dell’Economia, con lettere del 27 febbraio, 23 maggio, 2 ottobre e 26 novembre» 2019.

RISCHIO DI CREDITO

A Giugno 2019, in percentuale (Fonte: Banca d’Italia)

«Se liquidata danni rilevanti per risparmio locale»
Il documento evidenzia poi che un’eventuale liquidazione della Popolare di Bari comporterebbe un dissesto dalle ricadute «assai rilevanti, sia sul tessuto economico sia sul risparmio locale». La liquidazione implicherebbe innanzi tutto l’azzeramento del valore delle azioni che esacerberebbe il contenzioso legale con i soci, già elevato a motivo delle modalità di collocamento degli aumenti di capitale 2014-15 (circa 550 milioni di euro e quasi integralmente sottoscritti da clientela al dettaglio) e subirebbero la stessa sorte anche i prestiti subordinati (circa 290 milioni di euro, di cui 220 mln collocati a clientela al dettaglio).

Fonte

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