Lo ha detto il direttore Affari economici della Commissione Ue sulle misure che il governo sta mettendo a punto in vista della manovra
di Rossella Bocciarelli
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«Entro il 20 di novembre vi sarà una valutazione di merito della Commissione sulla Legge di stabilità. A quel punto si terrà conto da un lato della coerenza con gli obiettivi definiti dal Consiglio europeo. Dall’altro si esaminerà nel merito l’intervento delineato». A spiegare come procederà la Commissione europea nell’esaminare la manovra di bilancio del governo italiano è un testimone d’eccezione. Marco Buti dal 2008 è alla guida della Direzione Affari economici della Commissione ed è stato “intervistato” dal capoeconomista del CsC, Andrea Montanino, insieme al docente di Tor Vergata, Leonardo Becchetti.
Buti ha ricordato che entro il 7 novembre dovrebbero vedere la luce le previsioni d’autunno, base di valutazione dei progetti di bilancio dei paesi dell’Eurozona. Per quel che riguarda l’economia continentale «non è impossibile che la Germania apra il portafoglio e faccia di più per stimolare l’economia, non per interesse degli altri, ma dell’economia tedesca». Ma non è il caso di farsi grandi illusioni sul piano tedesco di investimenti da 54 miliardi, due terzi dei quali sono già programmati, con un impulso di bilancio pubblico pari allo 0,1% del Pil tedesco.
Soprattutto, non è ancora chiaro come evolverà l’economia globale: «Noi sinora abbiamo sempre rivisto verso il basso le nostre previsioni, ipotizzando però un successivo rimbalzo del Pil. Oggi i previsori si dividono: se il Fondo monetario prevede ancora un andamento ciclico a V, l’Ocse prefigura una curva a L, cioè un andamento piatto per il 2020». Quanto all’Italia, Buti riconosce che sinora la dinamica dell’export ha mostrato una buona capacità di resilienza delle aziende italiane ma afferma che questa capacità di rosicchiare spazi di mercato nonostante lo scontro in corso fra i pesi massimi Cina e Usa è un fenomeno temporaneo.
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