Roma, 27 settembre 2023-Continua l’allarme di ANIR Confindustria e di tutto il settore della ristorazione collettiva per il continuo aumento dei prezzi dei beni alimentari. Dall’ultima rilevazione ISTAT, a fronte di una stabilità generale dei rincari (+5,4%), rimane sempre molto elevato l’aumento dei prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’ (+9,4). Una vicenda confermata anche dall’ANAC che, in una indagine sui servizi di ristorazione in ambito sanitario, ha evidenziato come nel 48% dei casi si rileva un discostamento tra il prezzo reale e il prezzo di riferimento dei pasti giornalieri che, nella maggior parte dei casi, sfora in eccesso del 20%. La situazione diventa sempre più difficile con il passare del tempo, con le aziende del settore che cercano di far fronte ad una crisi che non cenna a diminuire, nel completo disinteresse del governo e di molte parti sociali, cercando di far fronte con le proprie forze all’aumento dei costi, nonostante i prezzi degli appalti rimangano uguali nel tempo. Una situazione ancora peggiore a quella che ha portato ANIR Confindustria a continui appelli e mobilitazioni.
Da parte del Governo, e in particolare del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, guidato dal Ministro Urso, iniziano ad arrivare le prime risposte, con l’ipotesi di calmieramento dei prezzi che coinvolge tutta la filiera produttiva e distributiva, così come ANIR Confindustria ha richiesto da tempo. Serve però incisività all’azione di contrasto agli effetti dell’inflazione, con il riconoscimento delle richieste che l’associazione confindustriale fa ormai da mesi.
«Crediamo anche» precisa ancora il Presidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, «che alle imprese del nostro settore debba essere riconosciuto lo sforzo fatto finora per sostenere un servizio fondamentale per studenti, degenti negli ospedali e lavoratori. Ribadiamo la richiesta, già avanzata, di una nuova convocazione del Tavolo Nazionale della Ristorazione per discutere, con tutti i soggetti della filiera, di come procedere al contenimento dell’inflazione e al riconoscimento dei costi sino ad ora sostenuti, in un settore molto importante dal punto di vista sociale come il nostro».