(ANSA) – VENEZIA, 19 SET – La criminalita’ si insinua tra le
Pmi tanto che nel 2019 sono state segnalate 105.000 operazioni
di riciclaggio mentre per il 2020 i dati sono in aumento. A
segnalarlo è la Cgia di Mestre che fa riferimento a presunti
illeciti compiuti in massima parte da organizzazioni criminali
che cercano di reinvestire in aziende o settori “puliti” i proventi economici derivanti da operazioni illegali. Nel primo
quadrimestre 2020, inoltre, la Uif (Unità di informazione
finanziaria) ha ricevuto 35.927 segnalazioni, con un incremento
del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2019.
“Secondo una nostra stima su dati della Banca d’Italia –
afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo
Zabeo – ammonta a circa 170 miliardi di euro l’anno il fatturato
ascrivibile all’economia criminale presente in Italia .
Praticamente lo stesso Pil della Grecia. Va segnalato, in base
alle definizioni stabilite a livello internazionale, che questo
importo non include i proventi economici provenienti da reati
violenti come furti, rapine, usura ed estorsioni ma solo da
transazioni illecite caratterizzate dall’accordo tra un
venditore e l’acquirente”. Come, ad esempio – rileva -, il
contrabbando, il traffico di armi, le scommesse clandestine, lo
smaltimento illegale dei rifiuti, il gioco d’azzardo, la
ricettazione, la prostituzione e la vendita di sostanze
stupefacenti. Ricordiamo che da qualche anno una parte di questi
170 miliardi, pari a poco più del 10% del totale, viene
conteggiata, grazie alle nuove disposizioni europee in materia
di contabilità nazionale, perfino nel nostro Pil nazionale”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it