Lo dice una ricerca della Camera di Commercio di commercio di Milano Monza Brianza Lodi. Seguono i vini, il pane, la pasta e i farinacei. Tra le città più esportatrici ci sono Verona, cuneo e Parma.
Con un fatturato di 6,7 miliardi di euro e una crescita di un più 8,6% sono cioccolato, tè, caffè, spezie e piatti pronti i prodotti made in Italy più esportati al mondo. A indicarlo è la ricerca “L’agroalimentare italiano nel mondo” della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi realizzata con Promos, azienda speciale della Camera di commercio per le attività internazionali.
Al secondo posto della speciale lista ci sono i vini con circa 6 miliardi (più 6,4%), il pane, pasta e farinacei con 3,7 miliardi di euro (più 4,2%), prodotti non lavorati da colture permanenti (tra cui uva, agrumi) con 3,5 miliardi (più 4,2%) e frutta e ortaggi lavorati e conservati con 3,4 miliardi di euro (più 0,9%). Lo studio, trasformato anche in vera e propria mappa digitale del trend sull’export, accredita inoltre come maggiori esportatori Verona con quasi 3 miliardi di euro, Cuneo con 2,8 miliardi e Parma con 1,7 miliardi.
Al quarto posto della classifica c’è Milano, seguono Bolzano, Salerno e Modena. Tra le prime venti posizioni l’aumento più alto di crescita è attribuito ad Alessandria (più 28,3%), Mantova (più 17,5%) e Ravenna (più 12,6%). La Camera di Commercio, sulla base di dati Istat (anni 2016 e 2015), segnala inoltre che Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito e Spagna concentrano la metà dell’export attribuendo all’agroalimentare italiano un valore pari a 40,2 miliardi di euro all’anno con una crescita del 5,5%.