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Coldiretti Marche e Aprol, olio in ripresa: raddoppia la produzione

Gli olivicoltori stanno testando la Farina di Basalto, un nuovo prodotto dedicato all’agricoltura biologica: nella nostra regione un oliveto su 5 è bio

In ripresa, non senza difficoltà, l’olio extravergine di oliva delle Marche sta tornando. Sono ottimisti gli olivicoltori marchigiani in vista di una campagna 2020 che si sta lentamente riavvicinando all’ottima performance 2017. Oltre 5.400 tonnellate, dimezzate l’anno successivo dalle anomalie meteo di primavera. Da nord a sud della regione, a seconda delle zone, si stima per quest’anno un recupero tra il 60 e l’80% rispetto al positivo dato 2017. È quanto affermano da Aprol Marche, l’Associazione dei produttori olivicoli marchigiani, che nei giorni scorsi (in collaborazione con Unaprol e Coldiretti Marche) ha radunato aziende e frantoi per presentare un nuovo prodotto, adatto per le coltivazioni biologiche, per proteggere le piante dai parassiti. Si tratta della “Farina di Basalto”, prodotta dalla polverizzazione della roccia vulcanica. “Studi e statistiche – spiega Pierluca Federici, presidente di Aprol Marche – dicono che questo prodotto potrebbe essere un’opportunità sia per le imprese che per chi coltiva olivo per autoconsumo. Al momento anche noi la stiamo testando ma la Farina di Basalto potrebbe davvero rappresentare una svolta e un’alternativa per chi lavora in biologico”. La scheda tecnica della Farina di Basalto mette in evidenza, oltre alla protezione dagli attacchi dei parassiti, un miglioramento generale degli olivi: per quanto riguarda la fotosintesi, la grandezza e la resistenza dei frutti, l’aumento di polifenoli. “Quello olivicolo – spiega Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche – è un settore importante che nelle Marche ha un patrimonio di qualità da tutelare e promuovere. Con Aprol Marche vogliamo dare sempre più assistenza tecnica e commerciale alle aziende rafforzando i servizi e incrementando le attività di supporto”. Nelle Marche ci sono oltre 13mila olivicoltori, un ettaro su 5 dedicato al biologico (+ 70% negli ultimi 10 anni), 175 frantoi (il 34% dei quali sono certificati bio) e due denominazione di origine a sottolineare l’alta qualità del prodotto.

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