“In una situazione globale come quella attuale, caratterizzata da prezzi
alti e stock ai minimi, c’è il rischio che gli agricoltori vogliano vendere grandi quantità di grano
entro agosto, con conseguenti problemi dovuti alla forte esposizione degli stoccatori per gli
anticipi di credito”. E’ questa la preoccupante affermazione di Mauro Acciarri, Vice Presidente di
Compag – la Federazione Nazionale delle Rivendite Agrarie e dei Centri di Stoccaggio – a
conclusione dell’annuale appuntamento dei Durum Days che delinea le attese sulle produzioni di
grano duro in Italia e nel mondo, riunendo allo stesso tavolo le principali organizzazioni della
filiera: Compag, Assosementi, Cia – Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza
Cooperative Agroalimentari, Italmopa, Unione Italiana Food e CREA, con Areté quale partner
tecnico.
Ai forti aumenti dei costi energetici e del trasporto e ai rincari dei mezzi tecnici (come fertilizzanti
e antiparassitari) e delle materie prime si somma l’esposizione finanziaria dei commercianti
(stoccatori e rivenditori di mezzi tecnici) rappresentati da Compag che, da sempre e ancor più nella
situazione contingente, si trovano a sostenere gli anticipi di credito a vantaggio degli agricoltori.
Un’attività creditizia comprensibile e sostenibile se vista in ottica di filiera, ma diventata
insostenibile con l’attuale congiuntura dei mercati nazionali, europei e mondiali. Da qui l’appello di
Compag a banche e istituzioni affinché supportino concretamente l’operato di attori di filiere
agricole fondamentali per l’agroalimentare italiano. “Perché – continua Acciarri – è doveroso un
distinguo tra filiere: la situazione attuale ha reso ancora più evidente che vi sono filiere vere,
operose e attive, e altre che al contrario sono nate sotto la spinta di aiuti nazionali e che, di fronte
a un mercato come quello attuale, vacillano e perdono il legame con la parte agricola che
preferisce vendere il prodotto sul mercato.
Compag, che rappresenta un settore con un fatturato stimato di circa 3,8 mld di euro e circa 4.000
imprese, ritiene necessario uno sforzo comune della politica e del sistema bancario per evitare che
il mercato agricolo nazionale crolli sotto i colpi del caro prezzi e della carenza di materia prima, come già sostenuto lo scorso marzo in occasione del tavolo convocato dal Sottosegretario
Centinaio per affrontare la situazione emergenziale relativa ai cereali. Già in quell’occasione la
federazione aveva segnalato l’urgenza di lavorare sulla reperibilità dei fertilizzanti (fondamentali
per le produzioni per il fabbisogno nazionale), vista anche la chiusura – causa forte aumento dei
costi energetici – dello stabilimento del principale produttore italiano di urea a livello UE. Compag
aveva proposto al Governo di intervenire in emergenza al fine di rimettere in produzione lo
stabilimento italiano, oltre a prevedere dei contributi per rendere accessibile il prezzo dell’urea e a
rivedere le limitazioni nell’utilizzo di alcuni fertilizzanti, come i liquami.
Come emerso durante il convegno dei DurumDays, la siccità ha compromesso i raccolti delle
campagne 2020/21 e 2022/23, per cui gli stock continueranno a restare ai minimi storici. Per
questo motivo, a metà maggio 2022 i prezzi del grano duro si aggirano sui 540 €/t, con valori
superiori di oltre l’80% rispetto a quelli registrati a maggio dello scorso anno. Le prospettive di
riduzione dei prezzi per il grano duro, peraltro modeste, rimangono subordinate ai rischi di
ulteriore deterioramento delle produzioni. Difficile, dunque, ipotizzare grandi ribassi dei prezzi,
anche per il sostegno che arriva da condizioni sempre più critiche sul generale mercato dei cereali,
dove i prezzi record del frumento tenero sono vicini a far da pavimento anche al mercato del
frumento duro.