«Il governo deve assolutamente trovare tutti gli strumenti per fronteggiare le crisi aziendali. Dobbiamo rassicurare il sistema industriale con un piano per l’Italia», dice il premier Giuseppe Conte dal palco della festa della Cgil a Lecce
di Nicola Barone
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«Iniquo e inefficiente». Due parole, quelle utilizzate dal premier Giuseppe Conte nel corso della festa della Cgil a Lecce, due parole per bocciare senz’appello il sistema fiscale attuale. « Dobbiamo arrivare a una disciplina organica che crei una vera alleanza tra il cittadino onesto e il fisco. Dobbiamo risistemare tutta la legislazione». E, all’interno di questo, «siamo favorevoli a pene anche detentive per i casi di conclamata evasione, chi sbaglia deve pagare pesantemente».
Due o tre anni è l’orizzonte temporale fissato dal presidente del Consiglio per lavorare al disegno di risistemazione complessiva dell’assetto vigente. In ogni caso «le definizioni agevolate sono delle “una tantum”, i condoni non posso diventare parte integrante della disciplina fiscale».
A giorni arriva la presentazione della nota di aggiornamento al Def nella quale troveranno spazio, secondo indiscrezioni, stime di crescita dimezzate e ciò che non viene messo in discussione da alcuno è evitare l’incremento dell’Iva. Sarà gran parte del conto della manovra ipotizzabile attorno ai 30 miliardi quotando spese indifferibili e taglio del cuneo, più gli incentivi alla ristrutturazione e la riqualificazione energetica confermati sabato dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. «Dobbiamo alleggerire la pressione fiscale. Noi non abbiamo molte risorse, però già quest’anno stiamo lavorando per dare un segnale significativo sul cuneo», aggiunge Conte. Inoltre «intendiamo riproporre opzione donna. Oggi il problema vero poi sono i giovani, dobbiamo pensare a loro, rischiano seriamente di non riuscire. Ecco perché ho parlato di integrare il fondo previdenziale integrativo e occorre lavorare ad una perequazione pensionistica curando chi è in posizione svantaggiosa».
Infine il capitolo Mezzogiorno. “Soprattutto nel Sud un arretramento industriale significa non recuperare più i posti: il governo deve assolutamente trovare tutti gli strumenti per fronteggiare le crisi aziendali. Dobbiamo rassicurare il sistema industriale con un piano per l’Italia. Delle volte è mancata la chiarezza sugli investimenti industriali. Non possiamo permetterci di affidarci ogni anno a segnali contradditori».
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