Risorse destinate, in teoria, a un fondo ad hoc “per indennizzare i risparmiatori vittime di frodi finanziarie”, ma in realtà finite, dal 2007 a oggi, nelle casse dello Stato per un ammontare di oltre 2 miliardi. I beneficiari non vengono cercati
Le banche non avvertono eredi o beneficiari dei conti dormienti. L’unica possibilità per chi pensa possano esistere conti intestati propri o a familiari è verificare la banca dati Consap. “A oggi – conferma un istituto di credito – non viene inviata una comunicazione agli eredi in caso di decesso del titolare in quanto la norma richiede esclusivamente l’invio della raccomandata al titolare del rapporto”. Anche perché – si sottolinea – “in caso di decesso, la Banca potrebbe non conoscere l’identità degli eredi”.
A partire da novembre, avverte il ministero dell’Economia, chi ha dimenticato soldi o titoli nelle casse della banca o della posta oppure da molti anni non li usa più perderà il diritto di disporne. Inizieranno, infatti, a scadere i termini per l’esigibilità di quelli che sono definiti “conti dormienti”: i titoli sono confluiti in un Fondo nel 2008 e fanno parte del tesoretto somme inutilizzate relative a strumenti di natura bancaria e finanziaria, di importo non inferiore a 100 euro, non movimentati dal titolare del rapporto o da suoi delegati per un tempo ininterrotto di 10 anni a partire dalla data in cui queste somme sono entrate nella loro libera disponibilità. Siccome il Fondo Conti dormienti è stato istituito da dieci anni, in sostanza si tratta di soldi o di titoli non utilizzati da 20 anni.