Male anche le province più esportatrici del Nord-Est. Padova (qui l’ex zona rossa di Vo’ Euganeo) perde 209 milioni (-8,3%) e Treviso 167 milioni (-5,1). L’Istat stima un calo dell’export su base annua superiore alla media nazionale per il Nord-est (-2,5%) e il Nord-ovest (-2,2%) e meno ampio per il Centro (-1,5%). La flessione tendenziale dell’export interessa oltre la metà delle regioni italiane
di Andrea Gagliardi e Andrea Marini
Male anche le province più esportatrici del Nord-Est. Padova (qui l’ex zona rossa di Vo’ Euganeo) perde 209 milioni (-8,3%) e Treviso 167 milioni (-5,1). L’Istat stima un calo dell’export su base annua superiore alla media nazionale per il Nord-est (-2,5%) e il Nord-ovest (-2,2%) e meno ampio per il Centro (-1,5%). La flessione tendenziale dell’export interessa oltre la metà delle regioni italiane
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Pesa l’effetto Covid a marzo sulle esportazioni. Brescia e Bergamo, due tra le province italiane più colpite dal coronavirus e al tempo stesso tra le più attive sul fronte delle vendite all’estero (al quarto e sesto posto per valore dell’export su scala nazionale) perdono rispettivamente 310 milioni (-7,5%) e 253 milioni (-6,4%) nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Male anche le province più esportatrici del Nord-Est. Padova (qui l’ex zona rossa di Vo’ Euganeo) perde 209 milioni (-8,3%) e Treviso 167 milioni (-5,1). Lo rileva l’Istat nel rapporto sulle esportazioni delle province italiane
Flessioni maggiori nel Nord-est e nel Nord-ovest
Nel primo trimestre 2020 l’Istat stima un calo dell’export su base annua superiore alla media nazionale per il Nord-est (-2,5%) e il Nord-ovest (-2,2%) e meno ampio per il Centro (-1,5%), mentre il Mezzogiorno segna un lieve aumento delle vendite (+1,1%), sintesi del calo del -1,3% per il Sud e della crescita del +7,5% per le Isole. Nei primi tre mesi del 2020, la flessione tendenziale dell’export interessa oltre la metà delle regioni italiane ed è più ampia per Valle d’Aosta (-21,4%), Basilicata (-17,2%) e Marche (-9,5%). Da segnalare la performance negativa della Lombardia (-3%) che da sola contribuisce per 0,8 punti percentuali alla flessione su base annua dell’export nazionale. Diversamente, tra le regioni più dinamiche all’export, nel confronto con il primo trimestre 2019, ci sono Molise (+57,0%), Liguria (+39,0%) e Sardegna (+12,2%).
L’andamento dei settori
Nel periodo gennaio-marzo 2020, il calo delle vendite di macchinari e apparecchi da Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto e di metalli di base e prodotti in metallo dalla Lombardia contribuisce alla diminuzione tendenziale dell’export nazionale per 1,7 punti percentuali. Per contro, l’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Lombardia, Toscana, Veneto e Marche contrasta per 1,6 punti percentuali la flessione dell’export.
Effetto Covid a marzo
«La dinamica territoriale delle esportazioni nel primo trimestre 2020 è condizionata dagli effetti economici che l’emergenza Covid-19 ha avuto sull’export italiano nel mese di marzo«, sottolinea l’Istituto, facendo notare che il calo risulta «particolarmente» marcato per il Nord-est, che «da solo spiega la metà della contrazione dell’export nazionale». La
flessione tendenziale dell’export ha interessato le principali regioni
italiane esportatrici: nel primo trimestre 2020, il calo delle vendite da
Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte contribuisce per 2,2
punti percentuali alla flessione su base annua dell’export nazionale.