In questo momento delicato per tutti, la popolazione e i lavoratori sono messi a dura prova. Quanto durerà questa emergenza? Cosa ci porteremo dietro? Il parere di Dario Arban, Partner e Practice leader Cash Management, Working Capital e Turnaround, KPMG e Aldo Bottini, Partner, Studio Toffoletto De Luca Tamajo e Soci.
Milano, 3 aprile 2020 – L’emergenza Covid-19 e il significativo, quanto repentino, impatto sul business delle aziende, non consentirà per i prossimi mesi di poter ragionare ‘as usual’ nella gestione della propria attività. Sono molti gli scenari ipotizzati in questi giorni per illustrare e prevedere un ritorno alla normalità, seppur lento e graduale.
Ad esempio, risale a qualche giorno fa l’analisi Cerved dove, a seguito dell’emergenza, si ipotizza una perdita nel biennio 2020-21 per le imprese italiane che si aggira tra i 275 e i 469 miliardi di euro con due scenari possibili. Il primo prevede la fine dell’emergenza per il mese di maggio, il secondo, invece, non prima di dicembre. Ipotesi a cui hanno fatto seguito anche scenari ancor più drammatici, come la previsione di una delle più prestigiose società di consulenza, McKinsey & Company, secondo cui “Se ci va male, scenario hard, la piena ripresa potrebbe non arrivare prima del 2023. Dunque, 3 anni. Nello scenario “soft” (quello che tutti auspichiamo) invece per tornare ai livelli attuali di Pil, l’Eurozona dovrà attendere il primo trimestre del prossimo anno”.
Ma quanto durerà veramente questa emergenza? E con quali conseguenze?
“Oggi le aziende che si stanno dedicando ad analisi e previsioni ci riportano visioni completamente diverse tra loro. Mi riferisco all’analisi condotto da McKinsey & Company, che ha ipotizzatodelle possibili riprese alla normalità, per quanto riguarda il mercato italiano, non prima del 2023. Io spero vivamente che questo scenario non sia perseguibile. Sicuramente questo stato di difficoltà ce lo trascineremo fino a dicembre, anche se sono sicuro che non si continuerà esclusivamente su questa linea. Non credo che si manterrà esattamente questa chiusura anche perché in tal caso temo che raccoglieremo solo le briciole delle nostre aziende italiane. Sono sicuro che il governo farà qualcosa per anticipare tale scadenza e non rischiare veramente di incorrere in perdite ingenti per la nostra economia. Magari attraverso una riapertura, inizialmente anche parziale, cercherà di rimettere in piedi il motore dell’economia.Certo, non posso dire che entro la fine del 2020 si tornerà alla normalità e in economia temo che conteremo qualche vittima” dichiara Dario Arban, Partner e Practice leader Cash Management, Working Capital e Turnaround, KPMG,durante il webinar organizzato da Ruling Companies per fare il punto della situazione sull’emergenza che l’economia italiana sta affrontando in questo periodo.
Un periodo senza dubbio difficile per tutti. Tutti noi siamo messi a dura prova, costretti a modificare le nostre abitudini, di vita e lavorative. Ma, forse, da questa emergenza si può trarre qualcosa di positivo e magari restituire alla tecnologia il giusto valore da apportare anche una volta che tutto questo sarà finito.
“Spero che questa emergenza drammatica possa portare avanti l’implementazione di politiche di smart working, uno strumento importanteche non equivale solamente a “lavorare da casa”. Diventa necessario considerarlo come uno strumento manageriale volto a valorizzare le risorse e per dare fiducia ai propri colleghi. Finalmente potremmo spostare la valutazione del lavoro dal tempo al risultato. Questa è la vera rivoluzione dello smart working, focalizzare il focus sul risultato. Spero che ci sia la possibilità di sperimentarlo sempre di più. Anche una volta tornati alla normalità dovremmo far tesoro di questa esperienza. Così come dovremmo non dimenticare molte delle regole che in questo momento stiamo seguendo, come il diradare le presenze all’interno delle strutture lavorative e lavorare con orari più flessibili. Anche questo non dovremmo abbandonarlo, considerando che anche una volta superata la fase acuta dovremmo convivere ancora un po’ con questa realtà. Possiamo imparare che molte trasferte e riunioni si possono anche evitare, facendo semplicemente ciò che stiamo facendo adesso attraverso questo webinar, comunicare con la tecnologia. Si risparmierebbero soldi e tempo”, sostiene Aldo Bottini, Partner, Studio Toffoletto De Luca Tamajo e Soci.
“Appena è scoppiata l’emergenza Covid-19 abbiamo dovuto cancellare tutto il lavoro di mesi di programmazione.” spiega l’AD Antonio Ambrosetti. “Non ci siamo persi d’animo ed abbiamo accelerato sull’innovazione: per prima cosa tutti i nostri incontri sono diventati webinar per permettere a tutti di seguirci anche dal cellulare. Inoltre, abbiamo adeguato i contenuti puntando a temi che fossero davvero utili, ai singoli e alle aziende. Per questo continueremo a mettere a disposizione la nostra piattaforma invitando esperti per fornire informazioni e aggiornamenti in un momento delicato come questo, che non riguarda solo la Lombardia, la zona in assoluto più colpita, ma anche tutta Italia”.