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Coronavirus, Governo pronto a varare altro deficit per 1-1,5 punti di Pil

Serviziogli interventi

Il Consiglio dei ministri torna a riunirsi per la nuova relazione sul disavanzo extra. Il provvedimento parte da 25-30 miliardi ma cresce il pressing per salire ancora

di Marco Rogari e Gianni Trovati

1 aprile 2020


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2′ di lettura

Per le decisioni (eventuali) dell’Eurogruppo bisognerà aspettare il 7 aprile. Ma il calendario italiano per avviare la macchina del nuovo decreto con gli interventi a sostegno dell’Economia è più stretto. E guarda al Consiglio dei ministri che mercoledì 1° aprile o giovedì 2, dovrà chiedere nuovo deficit al Parlamento. Quanto? Al ministero dell’Economia si valuta un disavanzo aggiuntivo da 1-1,2 punti di Pil, quindi fra i 18 e i 22 miliardi per un decreto che sfruttando una quota dei fondi europei non impegnati potrebbe arrivare vicino ai 30 miliardi.

Intesa tutta da trovare
Ma nel governo un’intesa di massima su dimensioni e modalità degli interventi va ancora trovata nella dialettica tesa fra Palazzo Chigi. Perché non mancano spinte a far crescere ulteriormente i numeri, per attestare il solo deficit vicino ai 30 miliardi (cioè intorno all’1,5% del Pil) e portare sopra quella quota il valore complessivo del decreto.

M5S-Mef, visioni diverse
Il dato certo è che il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali estesi dal decreto Marzo imporrà uno sforzo notevole, fra gli 11 e i 14 miliardi di euro. Ma le certezze per ora si fermano qui. Perché per esempio i ministri M5S spingono per un ulteriore strumento universale di sostegno al reddito, mentre all’Economia si guarda a un allargamento più misurato per coinvolgere negli aiuti temporanei i quasi 2 milioni di stagionali e lavoratori domestici lasciati fuori dal decreto del mese scorso. Le calcolatrici sono poi all’opera per definire il costo in termini di finanza pubblica dell’estensione delle garanzie alla liquidità delle imprese, che il governo vorrebbe rafforzare riducendo nello stesso tempo la discrezionalità nell’erogazione dei prestiti.

Il ruolo di Cassa depositi e prestiti
Nella partita rientra anche Cassa depositi e prestiti, al centro però anche di un ricco menù di opzioni nel capitolo enti locali, dalle anticipazioni di liquidità a tutto campo per sostenere la cassa e compensare la sospensione fiscale alla moratoria dei mutui. Tutti interventi che per partire richiedono una garanzia statale e un sostegno per fissare l’equivalenza finanziaria a tutela del risparmio postale.

Tempi stretti sulla relazione
I numeri insomma girano in fretta, come accaduto alla vigilia del decreto di marzo. Ma altrettanto in fretta dovranno trovare pace. Perché il governo deve approvare a stretto giro la relazione per chiedere un deficit aggiuntivo che il Parlamento deve approvare a inizio della prossima settimana. Una corsa indispensabile per il via libera al decreto prima di Pasqua e delle scadenze fiscali del 16 aprile.

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