Lo ha evidenziato nella sua requisitoria orale il procuratore generale della Corte dei Conti Fausta Di Grazia, favorevole a snellimenti nella Pa ma con un monito: «No ai colpi di spugna». Risultati poco soddisfacenti per Quota 100. E aumentano i ritardi nei pagamenti della Pa
di Andrea Gagliardi
Lo ha evidenziato nella sua requisitoria orale il procuratore generale della Corte dei Conti Fausta Di Grazia, favorevole a snellimenti nella Pa ma con un monito: «No ai colpi di spugna». Risultati poco soddisfacenti per Quota 100. E aumentano i ritardi nei pagamenti della Pa
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«Appare non più rinviabile un intervento in materia fiscale che riduca, per quanto possibile, le aliquote sui redditi dei dipendenti e dei pensionati che frequentemente sostengono le generazioni più giovani, oltreché le imposizioni gravanti sulle imprese alle quali sono affidate le concrete speranze di un rilancio del Paese». Lo ha detto nella sua Requisitoria orale il procuratore generale della Corte dei Conti Fausta Di Grazia, sottolineando che «l’alleggerimento della fiscalità potrebbe evitare, soprattutto in un momento di crisi globale, la costante erosione del potere d’acquisto delle famiglie e un’ulteriore contrazione del mercato interno, che non favorisce il gettito erariale».
Quota 100 sotto target, con RdC solo 2% ha trovato lavoro
Di Grazia ha poi evidenziato i risultati poco soddisfacenti per Quota 100 e reddito di cittadinanza. In particolare, per quello che riguarda Quota 100 «i risultati sono stati al di sotto degli obiettivi illustrati nella Relazione tecnica che accompagnava il provvedimento, avente anche finalità di ricambio generazionale della forza lavoro». A seguito della normativa emanata, alla data del 31 dicembre 2019 risultano infatti essere state approvate 155.897 richieste di collocamento in quiescenza, pari a circa il 69% delle domande presentate. Delle istanze accolte circa il 49% riguarda soggetti con oltre 41 anni di contribuzione, a fronte di un’anzianità lavorativa media di 40 anni.
Sul fronte assistenziale, ha aggiunto, l’attuazione del «reddito di cittadinanza» è rientrata tra le finalità della missione 24, con uno stanziamento definitivo di 5.728,6 milioni di euro, dei quali ne sono stati impegnati 3.878,7 milioni. Dai dati degli uffici di controllo risultano essere state accolte circa 1 milione di domande, a fronte di quasi 2,4 milioni di richieste, delle quali, secondo elaborazioni di questo Istituto, soltanto il 2% ha poi dato luogo ad un rapporto di lavoro tramite i Centri per l’impiego».
«Ben vengano snellimenti nella Pa ma no a colpi di spugna»
Con riferimento alle norme che potrebbero entrare nell’atteso decreto Semplificazioni, il procuratore generale della Corte dei Conti ha detto di guardare con favore agli «snellimenti delle procedure farraginose che aggravano il compito delle amministrazioni e appesantiscono il privato con una serie di adempimenti, forse non indispensabili», ma con un monito preciso. «Non si può e non si deve confondere l’intervento del Legislatore, indirizzato a fare ordine in un dedalo di norme – ha avvisato – con il dare un colpo di spugna alla responsabilità per danni inflitti all’Erario dai dipendenti pubblici, per condotte gravemente colpose, confinando il giudizio di responsabilità che ne deriva ai soli danni conseguenti a comportamenti connotati da dolo, come viene auspicato nel recente dibattito politico», ha evidenziato Di Grazia, avvertendo che «ciò limiterebbe fortemente l’azione del pubblico ministero contabile, soprattutto in settori in cui più alto è il livello di spesa come sanità, opere pubbliche e prestazione di servizi, dove più facilmente si può allungare anche la mano nera della malavita organizzata».
Aumentano ritardi pagamenti della Pa
Il Presidente di coordinamento delle Sezioni riunite della Corte dei Conti Ermanno Granelli, in occasione della parificazione del Rendiconto generale dello Stato, ha segnalato invece che «continua a riproporsi, nonostante l’impegno profuso negli ultimi anni, il problema dei ritardi di pagamento». E ha ricordato che nel 2019 la Pa ha trattato poco più di 4 milioni di fatture per un importo di 18 miliardi e ne ha pagate 2,7 milioni pari a 13 miliardi; l’insieme delle fatture è stato pagato in media in 49 giorni (47 nel 2018), con un tempo medio di ritardo in aumento da 9 a 11 giorni; si riduce la capacità di pagamento di circa due punti (al 56,8% del 2019). «Sono ritardi da affrontare con decisione – ha detto Granelli – considerando che l’attuale recessione colpisce l’Italia in uno stadio nel quale il Pil ha recuperato solo la metà delle perdite registrate nel 2009 e 2012 (9 punti di Pil) e che ha registrato una dinamica degli investimenti estremamente contenuta».