Sia chi ha perso il lavoro sia chi non lo sta più cercando, è finito interamente per ingrossare le file degli inattivi, che hanno registrato un boom notevole: +746mila, sempre in un solo mese. Tra questi, moltissimi scoraggiati
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Dopo l’Inps, anche l’Istat certifica il primo vero impatto dell’emergenza sanitaria sul mercato del lavoro. Che è davvero pesante, e preoccupante. In un mese, vale a dire aprile su marzo, l’occupazione crolla di qualcosa come 274mila unità, trainata dalla caduta verticale dei lavoratori a termine e degli indipendenti.
Insomma, lo tsunami, come prevedibile, si è abbattuto principalmente sulla parte più fragile dell’occupazione. C’è tuttavia anche un calo di 76mila dipendenti permanenti, nonostante il blocco dei licenziamenti in vigore fino a metà agosto. A crollare è anche il numero di disoccupati, -484mila in un solo mese. La disoccupazione scende al 6,3% e tra i giovani al 20,3 per cento.
Boom degli inattivi
Dati che non devono indurre a ottimismo. Infatti, sia chi ha perso il lavoro sia chi non lo sta più cercando, è finito interamente per ingrossare le file degli inattivi, che hanno registrato un boom notevole: +746mila, sempre in un solo mese. Tra questi, moltissimi scoraggiati.
In due mesi occupazione calata di 400mila unità
Emergenza sanitaria e lockdown si sono abbattute su un po’ tutte le componenti del mercato del lavoro, uomini, donne, senior e giovani, con una caduta generalizzata della partecipazione al lavoro. Semplicemente perché non si trova. Si tenga presente che in due mesi l’occupazione è calata di ben 400mila unità. Pesanti anche i numeri sul trimestre, febbraio-aprile, su novembre 2019-gennaio 2020: il numero di occupati è sceso di 226mila unità, il numero di disoccupati di 497mila, mentre il numero di inattivi è salito di 686mila. Quello che si vede è un travaso sempre più marcato verso l’allontanamento dall’occupazione a causa della sfiducia nel trovarla.
Le misure del Governo rischiano di non essere sufficienti
Nei 12 mesi il calo degli occupati è dovuto essenzialmente alla diminuzione dei dipendenti a termine, -480mila, mentre i permanenti risultano ancora in crescita, +175mila. Con questi numeri, probabilmente, le misure del governo, sostegni al reddito generalizzati, tra Cig e bonus, a lavoratori dipendenti e autonomi, rischiano di non rivelarsi sufficienti. Se come prevedibile anche nei prossimi mesi vedrà una fotografia del mercato del lavoro con più ombre che luci. Il tema di aiutare, e più direttamente, le imprese è oggi cruciale. Se non si mettono in condizione le aziende di resistere e mantenere l’occupazione, è difficile immaginare, a breve, uno scenario migliore.