(ANSA) – ROMA, 10 NOV – “Il crollo dei consumi interni, la
mancanza di turismo domestico e internazionale, l’incentivazione
dello smart working e le misure imposte di contenimento
dell’epidemia di Covid-19, hanno determinano un calo senza
precedenti degli indici del fatturato delle imprese di
ristorazione e intrattenimento. Il 2020 si chiuderà con una
perdita cumulata pari a 26 miliardi di euro che corrisponde al
27% del totale del settore”. Lo ha riferito Fipe Confcommercio
(Federazione Italiana Pubblici Esercizi), in audizione oggi alla
Camera presso la commissione Attività produttive sul tema del
rilancio del commercio. “Solo nel nostro comparto – ha spiegato
Fipe – rischiano la chiusura definitiva oltre 50.000 imprese e
temiamo la fuoriuscita di almeno 300.000 lavoratori”. Fipe ha
segnalato “la necessità di intervenire con un piano integrato di
azioni, che intervengano sia sulla fase emergenziale per
garantire la sopravvivenza di un numero maggiore di imprese
possibili, che su un periodo di più lungo respiro per favorire
un rilancio alla fine di questa drammatica crisi
epidemiologica”. Le azioni da mettere in campo, secondo la
Federazione, dovrebbero riguardare ristoro economico, riduzione
dei costi operativi, generazione di liquidità, stimolo della
domanda, stimolo degli investimenti, riordino del mercato.
“Siamo consapevoli di essere nel mezzo di una pandemia a livello
globale e siamo in prima linea, da sempre, per tutelare la
salute pubblica e contribuire al ritorno della normalità
sanitaria, – ha spiegato il direttore generale di Fipe Roberto
Calugi – ma la soluzione non può e non deve essere solo un ‘chiudiamo tutto’ perché il rischio è che la chiusura non sia
temporanea, ma definitiva”. (ANSA).
Fonte Ansa.it