“L’emergenza sanitaria che sta producendo una grave crisi economica rischia ora di diventare un pozzo senza fondo per molte imprese e aziende a fronte delle nuove regole europee sulla definizione di default. Con uno sconfinamento di 500 euro sul conto corrente, l’uno per cento dell’esposizione complessiva e un ritardo nei rimborsi di oltre novanta giorni, infatti, la posizione potrebbe essere classificata in sofferenza ed essere segnalata alla centrale rischi, ponendo di fatto la parola fine all’attività di un imprenditore al quale, per evitare il tracollo, potrebbe rimanere come ultima e unica soluzione il ricorso all’usura. È una situazione inaccettabile che tende a essere poco evidenziata ma, non si dovesse porvi rimedio, sembra un invito a nozze per le mafie, da una parte ufficialmente combattute e dall’altra inevitabilmente favorite”.
È il monito lanciato dal presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, che ancora mesi fa aveva segnalato il pericolo di una larga diffusione del fenomeno usura anche in Friuli Venezia Giulia. “Dobbiamo evitare – evidenzia il presidente – di accrescere la situazione di difficoltà di un’economia già alle prese con il caos delle zone colorate, che comportano chiusure e riaperture sempre più ingovernabili, tra l’altro in presenza di ristori nazionali concretamente limitati”.
“L’infiltrazione seriale della criminalità organizzata nel nostro settore produttivo – aggiunge il presidente del Cr Fvg – è una realtà in atto, pronta ad approfittare di un disagio in costante aumento nelle imprese ma anche nei privati cittadini, quest’ultimi a loro volta possibili prede indifese dell’usura a seguito delle nuove normative imposte da Bruxelles”.
“In questo modo – conclude Zanin – un’Unione europea che afferma di volere essere sempre più vicina alle singole comunità, appare invece ancora troppo legata ai meccanismi imposti dal potere finanziario, allontanando di fatto l’obiettivo di un Europa dei popoli”.