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Dal nuovo deficit al rinvio del Def: le prossime cinque tappe per i conti pubblici

dopo il decreto liquidità

È conto alla rovescia per i prossimi provvedimenti per fare fronte, in deficit, all’emergenza coronavirus, a partire dal decreto aprile. E inizia perciò un periodo di osservazione dei conti pubblici italiani fino alle previsioni economiche di primavera della Commissione Ue, attese a inizio maggio

di Andrea Gagliardi e Andrea Marini

8 aprile 2020


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3′ di lettura

Dopo il decreto sulle garanzie per la liquidità alle imprese, è conto alla rovescia per i prossimi provvedimenti per fare fronte, in deficit, all’emergenza coronavirus, a partire dal decreto aprile. E inizia perciò anche un periodo di osservazione dei conti pubblici italiani fino al varo del del Def (che slitterà a fine mese) e alle previsioni economiche di primavera della Commissione Ue, attese a inizio maggio.

Decreto aprile e deficit aggiuntivo
Il decreto Aprile (atteso attorno al 15-16 aprile) che fino all’estate dovrebbe prolungare cassa integrazione, bonus per gli autonomi aumentato da 600 a 800 euro e introdurre il reddito di emergenza, potrebbe valere oltre 60 miliardi di euro, per oltre la metà finanziati dal deficit aggiuntivo che il governo si appresta a chiedere al Parlamento nei prossimi giorni. Solo una volta trovato l’accordo su numeri e misure sarà più chiaro l’ammontare del deficit per il quale domandare l’autorizzazione preventiva delle Camere.

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Slittamento del Def a fine aprile
Non c’è ancora certezza sulla tempistica per l’invio della relazione alle Camere sul nuovo scostamento del disavanzo per non meno di 1,5 punti di Pil, che potrebbero salire fino a 2. Il documento dovrebbe comunque approdare a Montecitorio e Palazzo Madama entro la fine della settimana. Solo dopo l’intesa europea sui fondi in campo si potrà poi scrivere il Def, che quindi, rispetto alla scadenza del 10 aprile sarà rinviato almeno a fine mese, con i nuovi obiettivi programmatici di finanza pubblica.

Il giudizio di S&P il 24 aprile
Il 24 aprile toccherà all’agenzia S&P aggiornare il rating dell’Italia. Mentre Moody’s farà la stessa operazione l’8 maggio. Lo scorso 30 marzo S&P ha dichiarato di non vedere al momento rischi di rifinanziamento per l’Italia e di non ritenere che ci sia un immediato bisogno di «aggiustare il rating». L’ultimo rilievo risale di S&P risale allo scorso 25 ottobre, con rating confermato a BBB con outlook negativo.

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