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Dalla Norvegia alla Gran Bretagna, nel solo 2018 sette paesi hanno puntato sulla sugar tax sulle bevande

VERSO LA MANOVRA

Mentre sulla misura che potrebbe entrare nella legge di Bilancio si registrano posizioni divergenti all’interno della maggioranza che sostiene il Conte due, all’estero questo balzello sulle bevande zuccherate è applicato da una cinquantina di paesi. Se ci limitiamo al solo 2018, sono sette quelli a essere andati in questa direzione: Regno Unito, Francia, Irlanda, Estonia, Norvegia, e, oltre il vecchio continente, Sudafrica e Filippine

di An.C.

18 ottobre 2019


(AdobeStock)

2′ di lettura

Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha annunciato che in manovra arriverà una Sugar tax sulle bibite con zuccheri aggiunti. Saranno escluse le merendine. Il viceministro del dicastero di Via XX Settembre Laura Castelli ha aggiunto che il prelievo sarà circoscritto alle bibite e alle polveri utilizzate per produrre bibite, che sarà di 10 euro per ettolitro e di 25 centesimi al chilogrammo di polveri e che l’imposta, prevista da metà 2020, sarà confermata nella stessa misura per i due anni successivi.

Lo stop di Italia Viva
Ma Italia Viva ha chiuso e annunciato un emendamento per cancellare il prelievo. Mentre sulla misura si registrano posizioni divergenti all’interno della maggioranza che sostiene il Conte due, all’estero questo balzello sulle bevande zuccherate è, come ricorda un report pubblicato sul quotidiano online Il Fatto alimentare, applicato da una cinquantina di paesi. Se ci limitiamo al solo 2018, sono sette quelli a essere andati in questa direzione: Regno Unito, Francia, Irlanda, Estonia, Norvegia, e, oltre il vecchio continente, Sudafrica e Filippine.

CONSULTA IL DOSSIER – Verso la manovra

I sette paesi che hanno adottato il prelievo nel solo 2018
La Soft drinks industry levy (Sdil), ovvero la tassa del Regno Unito sulle bevande analcoliche o poco alcoliche, pronte da bere o solubili che superano una certa soglia di zuccheri aggiunti, è entrata in vigore il 6 aprile dello scorso anno. Il prelievo è di 18 pence/litro (0,20 euro) per bibite con un contenuto variabile da 5 a 8 grammi di zuccheri per 100 ml, mentre se il contenuto supera gli 8 grammi per 100 ml l’importo sale a 24 pence/l (0,27 euro). La sugar tax francese è stata introdotta nel 2012; il 1° luglio 2018 è entrata in vigore una nuova versione: la tassa per una bevanda con il 4% di zuccheri è di 0,045 €/l, per una bevanda con il 10% si arriva a 0,135 €/l, mentre per una con il 15% il costo aggiuntivo è di 0,235 €/l. La S ugar sweetened drinks tax irlandese, entrata in vigore a maggio dello scorso anno, ricorda quella del Regno Unito. A cambiare è il prelievo: da 0,20 € al litro se lo zucchero va da 5 a 8 grammi su 100 ml, fino a 0,30 € dagli 8 grammi in su.

Da gennaio 2018 si applica la Sugar tax in Estonia: si applica sulle bevande dolcificate con un contenuto di zucchero di almeno 5 grammi per 100 ml. In Norvegia una sugar tax esiste dal 1922, ma nel gennaio 2018 è stata aumentata fino a 4,75 corone (0,49 €). È applicata alle bevande zuccherate e anche ai succhi di frutta che sono naturalmente dolci. Sempre nel 2018 hanno adottato la Sugar tax il Sudafrica (1 aprile) – 2,1 centesimi di rand a grammo per ogni bevanda che supera i 4 g di zucchero per 100 ml – e le Filippine (da gennaio, 6 peso (0,10 €) al litro per le bevande con dolcificanti e di 12 peso (0,19 €) al litro per quelle che usano sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio).

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