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Dalla pandemia al rilancio, il ruolo delle biotecnologie

È passato più di un anno dallo scoppiare dell’emergenza Coronavirus nel mondo. Un anno in cui le biotecnologie hanno posto sotto gli occhi di tutti il ruolo cruciale del settore. Con risposte tangibili per studiare, conoscere e poi bloccare la pandemia: dal sequenziamento del virus, alla diagnostica molecolare, ai vaccini, agli anticorpi monoclonali in sviluppo. Ma anche con proposte concrete per una ripresa e ripartenza del Paese capaci di conciliare, per la prima volta, sviluppo economico e sostenibilità.

Secondo le stime dell’Ocse, nel 2030 le biotecnologie avranno un peso enorme nell’economia mondiale: saranno, infatti, biotech l’80% dei prodotti farmaceutici, il 50% dei prodotti agricoli, il 35% dei prodotti chimici e industriali, arrivando a incidere complessivamente per il 2,7% del PIL globale. Un comparto che si dimostra dinamico: l’80% dell’industria delle biotecnologie in Italia è costituito da imprese di piccola e micro dimensione, fra il 2017 e il 2019 sono state registrate oltre 50 nuove startup innovative attive nelle biotecnologie, altre 44 solo nei primi 9 mesi del 2020.

Le richieste del mondo del biotech al Governo è al centro di  ‘Biotech, il futuro migliore: l’importanza dell’ecosistema per il rilancio del Paese’ organizzato da Federchimica Assobiotec, realtà che rappresenta 130 imprese e parchi tecnologici e scientifici operanti in Italia.

Interverranno l’economista Lorenzo Bini Smaghi (presidente Société Générale), l’On. Angela Ianaro (presidente Intergruppo parlamentare Scienza e Salute), Luigi Nicolais (Ministero Università e Ricerca – PNRR e sviluppo della Ricerca nazionale), Elena Sgaravatti (vicepresidente Federchimica Assobiotec), Anna Lisa Mandorino (segretaria generale Cittadinanzattiva), Pierluigi Paracchi (componente board Federchimica Assobiotec – Area Startup e Pmi) e Valentino Confalone (AD Gilead Sciences Italia).

Fonte Ansa.it

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