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Dall’Iva al Pos fino al cuneo fiscale: la manovra prende forma

Servizionadef domani in consiglio dei ministri

Sul tavolo del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri varie ipotesi di lavoro: si punta a presentare un programma economico<br/>espansivo che, oltre a superare l’ostacolo delle clausole di<br/>salvaguardia, consenta di finanziare anche un taglio del cuneo fiscale

di V.N.

29 settembre 2019


Manovra, rebus tra ritocchi Iva o stretta su sconti fiscali

3′ di lettura

Il Consiglio dei ministri chiamato a varare la Nota di aggiornamento al Def – cornice alla prossima legge di Bilancio – è convocato per lunedì 30 settembre, nel pomeriggio, con qualche giorno di ritardo sulla scadenza (non perentoria) del 27 settembre, fissata dalla normativa sul bilancio. Lo slittamento del via libera alla Nadef conferma le difficoltà di Governo e maggioranza a far quadrare i conti in vista della manovra d’autunno.

A fare da freno, come noto, sono la “palla al piede” del maxi aumento Iva e la ricerca di coperture da 12-15 miliardi da aggiungere alle minori spese per reddito di cittadinanza e quota 100 e ai risparmi sulla spesa per interessi. Senza dimenticare il rispetto dei vincoli di bilancio Ue per i quali si punta comunque a strappare a Bruxelles maggiori margini di flessibilità sul deficit programmatico (al 2,2-2,3% anziché al 2,1% ). Per esempio con lo scorporo dal deficit di un maxi piano di investimenti green da 50
miliardi in 15 anni. Vediamo dunque i capitoli principali su cui verrà impostata la manovra 2020.

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Revisione selettiva aliquote Iva
La prima voce della “griglia” su cui lavorano Mef e Palazzo Chigi è lo stop agli aumenti Iva da 23,1 miliardi di euro pari all’1,25% del Pil. Per trovare le coperture necessarie, nonostante le smentite, non è tramontata l’ipotesi di introdurre una revisione delle aliquote Iva, in particolare quella su alcuni beni e servizi più a rischio evasione, escludendo i beni di largo consumo. L’idea è di ricorrere a un meccanismo di “bonus malus” in base allo strumento di pagamento, con Iva più alta per chi paga in contanti e più bassa chi usa carte di credito e bancomat, tracciabili e quindi utile a far emergere l’evasione fiscale.

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