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Decreto Coronavirus, le 4 mosse per la richiesta di maggior deficit all’Ue

ServizioLE MISURE PER IL RILANCIO DELL’ECONOMIA

Dalla stesura di una relazione in cui si chiede lo scostamento dagli obiettivi di finanza pubblica al Cdm per il via libera al decreto a sostegno dei settori più in prima linea nell’emergenza Coronavirus. In parallelo la trattativa con l’Ue

di Andrea Carli e Marco Rogari

3 marzo 2020


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3′ di lettura

Per liberare i 3,6 miliardi (0,2% del Pil) con cui coprire le misure che entreranno nel decreto a sostegno dei settori travolti dall’emergenza Coronavirus, annunciato dall’esecutivo per il prossimo Consiglio dei ministri ma con la concreta possibilità di farlo slittare alla prossima settimana, le tappe nella tabella di marcia del Governo saranno in sintesi quattro: la stesura di una relazione con cui, sentita la Commissione europea, si chiede lo scostamento dagli obiettivi di finanza pubblica per il 2020, la presentazione del documento in Parlamento, il voto a maggioranza assoluta di Camera e Senato, e infine il Consiglio dei ministri con il via libera al decreto a sostegno dei settori che stanno subendo le ricadute negative più pesanti dall’epidemia.

In questo modo il Governo conta di avvalersi della cosiddetta “clausola” «eventi eccezionali» prevista dalla legge di attuazione del nuovo articolo 81 della Costituzione e in linea con i vincoli europei.

La relazione per ottenere il via libera al deficit
Il primo passo, dunque, sarà la stesura della relazione da parte dell’esecutivo. Nel testo il governo chiederà una deroga rispetto agli obiettivi di finanza pubblica per dare copertura al provvedimento anti – Coronavirus. Nel documento devono essere indicate le finalità alle quali destinare le risorse disponibili e la durata dello scostamento. Parallelamente, va definito il piano di rientro verso l’obiettivo programmatico.

L’esame delle Camere
Una volta chiuso, il testo viene inviato alle Camere. L’esame e il voto sul documento e relative risoluzioni dovrà avvenire in tempi rapidi. A stabilire il “calendario” saranno le Conferenze dei capigruppo con le presidenze di Camera e Senato. La relazione passerà per le Commissioni Bilancio dei due rami del Parlamento per poi andare in Aula.

Il voto a maggioranza assoluta
Una volta giunta in Aula, Relazione e risoluzioni saranno sottoposti al voto di deputati e senatori. Il parlamento a maggioranza assoluta dovrà votare la “revisione” dei saldi, rivisti rispetto a quelli “chiusi” con la legge di bilancio per il 2020 in linea con l’ultima Nota di aggiornamento al Def.

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