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Decreto crescita, le misure in arrivo: ma è scontro sul salva-Roma

Il decreto crescita, che approderà nelle prossime ore sul tavolo del Consiglio dei ministri con l’obiettivo di ottenere il via libera definitivo – dopo il primo sì dell’esecutivo con la formula “salve intese” il 4 aprile scorso – ha l’aspetto e la sostanza di un provvedimento “omnibus”. In pancia ha misure ad ampio spettro. E una grande incognita: il cosiddetto “salva Roma”.

Alla ricerca di una mediazione in extremis sul «salva Roma»
È una norma, attualmente nel testo del provvedimento, che riguarda il debito storico di Roma. Prevede la chiusura nel 2021 della struttura commissariale (definita dalla sindaca Virginia Raggi «una sorta di bad company») dipendente da Palazzo Chigi, che gestisce da anni tutti i debiti accumulati dalla Capitale fino al 2008 (giunti al momento a quota 12 miliardi). M5S sostiene che questa operazione non comporta oneri maggiori per lo Stato e per gli italiani, anzi – rilancia – produrrebbe dei risparmi e risorse in più a disposizione. La Lega chiude. «O tutti o nessuno, in democrazia funziona così. Non ci sono Comuni di serie A e Comuni di serie B», sottolinea Matteo Salvini. «I Comuni vanno salvati tutti, ma i problemi sono diversi e a ciascuno serve la sua cura», replica a distanza la viceministro dell’Economia, la pentastellata Laura Castelli.

Il nodo è, dunque, squisitamente politico. Allo stato attuale si cerca un compromesso, una mediazione in extremis in vista del Consiglio dei ministri, che si terrà nel pomeriggio. La “missione” di trovare la quadra è, ancora una volta, sulle spalle del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale dopo il Consiglio dei ministro dovrebbe incontrare i sindacati della scuola, per scongiurare – questa volta – lo sciopero del 17 maggio.

Le ipotesi sul tavolo
La situazione, allo stato attuale, è “fluida”. Non si esclude, come riporta oggi Il Sole 24 Ore, un altro passaggio a vuoto in Consiglio dei ministri, sulla base di un confronto meramente politico o un ennesimo “salvo intese”: il via libera definitivo slitterebbe a lunedì 29. Sul piatto c’è il compromesso sul Salva Roma, delineato dai Cinque Stelle: mantenere nel decreto Crescita la disposizione che riguarda il fardello del debito di Roma, integrandola con la possibilità per i grandi comuni di rinegoziare i tassi di interesse sui vecchi mutui, così da ottenere dei risparmi. Questa possibilità, è la linea pentastellata, verrebbe inserita nel corso della conversione del provvedimento da parte del parlamento. Il Carroccio preme affinché le misure per Roma e quelle per i grandi comuni vengano portate avanti insieme, quindi o entrambe già nel provvedimento che otterrà il via libera dell’esecutivo o entrambe da inserire in sede di conversione. Tra le ipotesi che circolano, quella che oggi i ministri leghisti decidano di astenersi. Il provvedimento passerebbe con l’appoggio della componente pentastellata. La Lega potrebbe riaprire la partita alla Camera o al Senato. Nelle prossime ore il quadro si dovrà per forza delineare.

Provvedimento sempre più omnibus
Il decreto crescita che approda oggi per la seconda volta sul tavolo dell’esecutivo Conte è variegato, con misure ad ampio spettro. A cominciare da quelle per le imprese: ripristino del superammortamento del 30% per acquisti di beni strumentali nuovi effettuati da imprese e professionisti dal 1° aprile e fino al 31 dicembre 2019, aumento della deducibilità Imu sui capannoni mentre, come riportato da Il Sole 24 Ore, rispetto alla prima versione approvata 18 giorni fa, nell’ultima bozza non compare più la stabilizzazione del credito d’imposta per la ricerca e sviluppo e il Fondo di garanzia per portafogli di «mini-bond». Del pacchetto crescita fa parte anche la possibilità per Regioni e Comuni di rottamare provvedimenti ingiuntivi notificati da loro o dalle loro concessionarie, l’estensione a tempo indeterminato del prestito «ponte» concesso ad Alitalia nel 2017 e la trasformazione degli interessi in capitale della compagnia, fino ai rimborsi per i risparmiatori che hanno subito un danno a seguito dell’acquisto di strumenti finanziari emessi dalle banche sottoposte ad azione di risoluzione.

Da Crescita e Sblocca cantieri spinta dello 0,1% sul Pil
Stando al Def 2019 appena approvato in Parlamento, il decreto Crescita e quello cosiddetto “Sblocca cantieri” dovrebbero sostenere la crescita del Pil per lo 0,1 per cento.

La partita sull’autonomia
Sullo sfondo della partita che si gioca in queste ore sul “Salva Roma”, quella per l’autonomia regionale differenziata, a partire dalle richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. La Lega punta a velocizzare per mandare un messaggio al suo elettorato del Nord-Est. I Cinque Stelle frenano: temono uno “Spacca Italia”. Mettono in evidenza il rischio di “cittadini di seri A e di serie B”. Ancora una volta.

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