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Dedem: stampa 3D opportunità per pmi mercato cresce a 2 cifre 

Pubblicato il: 11/10/2019 14:17

Un tasso di crescita annuo del 27% a livello globale, un’industria che nel 2015 valeva già 11 miliardi di dollari e che, a fine 2019, è prevista raggiungere 26,7 mld di dollari (fonte: Idc 2019). Corre veloce il settore della stampa 3D e, anche se non sono disponibili dati esclusivi per l’Italia, secondo le stime di Idc, il mercato dell’Europa occidentale, che ha chiuso il 2015 a quota 2,5 mld, nel 2019 sarà triplicato e raggiungerà i 7,2 mld di dollari, con un trend di crescita del 29,6%, superiore alla media mondiale.

Per quanto riguarda l’Italia, spiega ad Adnkronos/Labitalia Fabio Amati, direttore vendite Soluzioni 3D di Dedem spa, azienda italiana che ha fortemente investito sull’innovazione, “siamo in una fase in cui la stampa 3D, o meglio l’additive manufacturing, sta introducendo elementi veramente significativi, soprattutto per quel che riguarda l’aspetto produttivo del tessuto nazionale di imprese: con questa tecnologia si possono, infatti, ottenere parti customizzate, parti ‘alleggerite’ nella struttura, parti che costano tendenzialmente meno perché non si deve per forza fare una produzione in serie”.

Dunque, nessun conflitto tra tecnologia e creatività artigianale tipica del made in Italy. “No, anzi, la stampa 3D -afferma Amati- è decisamente un’opportunità proprio per la piccola e media impresa: innanzitutto, perché si affianca alla produzione tradizionale e non potrà mai sostituirla e, in più, perché aiuta l’impresa a caratterizzarsi, a differenziarsi, rispetto a realtà più consolidate che però hanno processi industriali fissi”.

Il mondo 3D sta vivendo il passaggio fondamentale dalla sola prototipazione alla produzione. “La stampa 3D -aggiunge Amati- nasce con la logica di realizzare prototipi funzionali, fatti con diverse tecnologie, con diversi materiali e diverse applicazioni, cioè potremmo dire che non esiste ‘una’ stampa 3D. Negli ultimi anni si è caratterizzata per una vera rivoluzione, per una realtà dirompente che alcuni fornitori in particolare hanno realizzato, ossia poter realizzare piccole parti, parti pre-serie o anche parti funzionali a livello produttivo con componenti polimerici e anche metalli”.

Sono tantissime le applicazioni in cui trova spazio l’additive manufacturing, spiega l’esperto: “Dalla gioielleria, a livello prototipale, alla ricerca medica e all’aereonautica, alle applicazioni ‘più spinte’ nello spazio: l’Esa -dice Amati- ha fatto uno studio che puntava a realizzare addirittura una base lunare stampandola in 3D con la regolite (una ghiaia grigia di natura basaltica composta di silicati che si trova sulla superficie lunare, ndr). C’è poi la parte più pratica, più vicina a noi che è la parte industriale perché con il 3D posso realizzare parti che prima non si potevano fare, con geometrie impossibili con tecniche tradizionali od alleggerimenti (e pensiamo a cosa vuol dire su un aereo avere la riduzione di peso anche di una piccola parte)”.

Dedem ha all’attivo anche una fattiva collaborazione con il Politecnico di Milano: la prima stampante 3D al mondo per i metalli ‘office friendly’, Studio System+ è stata scelta come soluzione strategica per i progetti di prototipazione dal Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano. È Desktop Metal, l’azienda statunitense nata con la missione di rendere la stampa 3D in metallo accessibile, a lanciare questo strumento senza precedenti.

Il Politecnico di Milano, una delle università tecniche di riferimento nel panorama internazionale, ha scelto di dotarsi di questo rivoluzionario sistema di stampa, per il tramite del distributore Dedem-Selltek. La stampante 3D Studio System+ è una piattaforma completa, che rende possibile la realizzazione di geometrie complesse in metallo, a portata di Pmi, grazie a costi molto più contenuti rispetto alle stampanti a letto di polvere (circa la metà) e a un funzionamento molto più semplice e sicuro.

Avvalendosi del processo Bound Metal Deposition (Bmd), non utilizza polveri pericolose, laser o fascio di elettroni; grazie a un software in cloud che semplifica l’intero flusso di lavoro, non richiede operatori dedicati; è sufficiente spostare le parti da una stazione all’altra. Sicurezza e semplicità sono al centro del sistema, che con facilità rispetto ad altre lavorazioni crea parti in metallo in additive manufacturing ad altissima qualità e con un costo per parte molto più competitivo.

“L’esperienza col Politecnico -dice Amati- faciliterà tanto anche la nascita di nuove professionalità legate al mondo 3D, persone con la competenza per pensare i prodotti in additive manufacturing. Consiglio ai ragazzi che hanno attitudine all’ingegneria, visto il trend sicuramente crescente del settore 3D, di seguire la direzione tradizionale della meccanica e i corsi o master che le università stanno sviluppando. Abbiamo bisogno di profili in grado di ripensare parti attuali o pensare parti nuove, con una nuova logica, e che, gioco forza, devono avere una cultura che nasce dal mondo universitario. Credo fortemente che l’additive manufacturing sia un’opportunità per dei giovani preparati volonterosi e capaci di immaginarsi cose per ora inimmaginabili”, conclude Amati.

 

 

 

 

Adnkronos.

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